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19 Febbraio 2022 - 14:56
La caduta del Kuomintang, il partito nazionalista cinese, (1948-1949) e il "Grande balzo in avanti" di Mao Zedong (1958) sono i due momenti fondamentali della storia della Cina contemporanea raccontati nella mostra che il Mudec di Milano dedica a Henri Cartier Bresson, il grande fotogiornalista francese, maestro dell’«istante decisivo», che – insieme a Robert Capa, David Seymour e George Rodger – fondò nel 1947 a New York la più importante agenzia fotografica del mondo: la Magnum Photos.
La mostra “Henri Cartier-Bresson. Cina 1948-49 | 1958", che rimarrà aperta fino al 3 luglio – prodotta da 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE, promossa dal Comune di Milano-Cultura e curata da Michel Frizot e Ying-Lung Su – è stata realizzata grazie alla collaborazione della Fondazione Henri Cartier-Bresson. Sono oltre 100 le stampe in bianco e nero originali in esposizione, insieme a documenti di archivio, pubblicazioni di riviste d’epoca, documenti e lettere provenienti dalla collezione della Fondazione HCB.
"HENRI CARTIER-BRESSON. Cina 1948-49 | 1958"
— Museo delle Culture (@MudecMi) February 18, 2022
da oggi al Mudec Photo!
In mostra più di 100 stampe originali, pubblicazioni di riviste d’epoca, documenti e lettere provenienti dalla collezione della Fondazione HCB.
Prenota ora: https://t.co/QI1PxUMPud#mostrafotografica pic.twitter.com/ceDfITjlO8
Il 25 novembre 1948 la rivista “Life” commissiona a Henri Cartier-Bresson un reportage sugli “ultimi giorni di Pechino” prima dell’arrivo delle truppe di Mao. «Il soggiorno, previsto di due settimane, durerà dieci mesi, principalmente nella zona di Shanghai – spiegano gli organizzatori dell’esposizione – Cartier-Bresson documenterà la caduta di Nanchino, retta dal Kuomintang, e si troverà poi costretto a rimanere per quattro mesi a Shanghai, controllata dal Partito Comunista, per lasciare infine il Paese pochi giorni prima della proclamazione della Repubblica Popolare Cinese (1° ottobre 1949). Col passare dei mesi, il suo racconto dello stile di vita cinese “tradizionale” e dell’instaurazione di un nuovo regime (Pechino, Hangzhou, Nanchino, Shanghai), realizzato con totale libertà d’azione, riscuote grande successo sulle pagine di “Life” e delle maggiori altre riviste internazionali d’informazione (compresa l’appena fondata “Paris Match”). Nel 1958, in prossimità del decimo anniversario di quel primo reportage, Cartier-Bresson si mette nuovamente in viaggio, stavolta in una situazione del tutto differente: per quattro mesi, obbligatoriamente accompagnato da una guida, percorre migliaia di chilometri in Cina per visitare luoghi selezionati, complessi siderurgici, grandi dighe in costruzione, pozzi petroliferi, paesi rurali “modello” sulle tracce del “Grande balzo in avanti” per documentare gli esiti della Rivoluzione e dell’industrializzazione forzata delle regioni rurali. Di tutto ciò, comunque, riesce a mostrare anche gli aspetti meno positivi: lo sfruttamento del lavoro umano, il controllo militare, l’onnipresenza della propaganda».
Informazioni utili
Via Tortona 56, tel. 02/54917 (lun-ven 10.00-17.00)
Lun 14.30 ‐19.30 | Mar, Mer, Ven, Dom 09.30 ‐ 19.30 | Gio, Sab 9.30‐22.30
Intero € 12 | Ridotto € 10 (Il servizio di biglietteria termina un’ora prima della chiusura)
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