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03 Agosto 2022 - 11:31
Sia dolce, sia salata, la brüsadela è una prelibatezza in grado di soddisfare anche i palati più esigenti. La 26esima edizione della sagra, organizzata a Romagnese (Pavia) dalla Pro Loco, è in programma per domenica 21 agosto. Gli organizzatori puntano a superare il record dell’ultima edizione quando i fornai prepararono quasi 5mila focacce. Lavorata a mano, di forma tondeggiante, la brüsadela viene preparata con pochi e semplici ingredienti: farina, acqua, un poco di lievito e sale o zucchero.
Foto dalla pagina Facebook della Pro Loco di Romagnese
«Un tempo preparata dalle massaie del posto – spiegano dalla Pro Loco – la brüsadela era una focaccia infornata prima di cuocere il pane per verificare che la temperatura del forno fosse adeguata. Questa pratica spiega anche l’origine del nome, che rimanda alla leggera bruciacchiatura della focaccia. Una versione dolce di questa focaccia prevede che essa sia cosparsa di zucchero o miele. Ben cotta e croccante, la brüsadela è un ottimo accompagnamento dei salumi e dei formaggi della tradizione locale».
Durante il giorno di sagra sarà possibile gustarla appena sfornata in uno degli antichi forni del borgo, passeggiando per le vie, tra le bancarelle degli espositori artigianali presenti ogni anno in occasione della festa. L’appuntamento è in piazza Castello. «Dalle ore 9,30 i nostri forni produrranno la deliziosa Brüsadela – fanno sapere dalla Pro Loco – Per tutta la giornata saranno presenti bancarelle di ogni genere per le vie del borgo e, dalle ore 16, vi rallegreremo con musica dal vivo e con gli amici del Garpez che vi faranno fare due risate».
La sagra può essere l’occasione per visitare il borgo dell’Alta Val Tidone, a 630 metri sopra il livello del mare, a confine tra i territori delle province di Pavia e Piacenza. Tra i luoghi di interesse, oltre al Museo contadino, si segnala il Giardino botanico alpino di Pietra Corva, che si trova a 950 metri di altitudine, sul versante del Monte Pietra di Corvo: «Ideato e realizzato dal dottor Antonio Ridella – spiegano dalla Pro Loco – valente veterinario e cinofilo, ma anche naturalista e grande appassionato ed esperto di botanica, il giardino fu aperto ufficialmente al pubblico nel 1967 con la finalità di conservare e adattare piante d’alta quota che egli stesso andava scoprendo attraverso viaggi ed escursioni botaniche effettuati non solo sulle Alpi e sugli Appennini ma anche sui Pirenei, sui Carpazi, il Caucaso sino all’Himalaya e alle Ande».
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