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L'Apocalisse in Giappone, un paese sotto choc per il devastante terremoto e quella città, Sendai, semidistrutta...

Ospitò i Mondiali di Calcio e la Nazionale Italiana nel 2002. Il ricordo di quei giorni e le immagini della tragedia odierna nel resoconto del giornalista vigevanese Sergio Calabrese, all'epoca inviato della Rai per i campionati del mondo

15 Marzo 2011 - 12:12

Quando si dice Giappone, si pensa al Paese del fior di loto, del kimono, delle  geishe, ma anche dei samurai, dei Kamikaze, dei microchip e dell''''''''indice Nikkei. Ma Giappone purtroppo, vuol dire anche terra di grandi sconvolgimenti sismici, come quello che ha devastato tre giorni fa Sendai e altre città nell''''''''isola di Honshu nel nord-est del Paese. Le vittime sono migliaia e migliaia i dispersi. Catastrofica è stata la violenza del sisma che ha fatto registrare scosse dell''''''''8,9 grado della scala Richter. La capitale Tokio con le sue costruzioni antisismiche, per fortuna, ha retto. Ma nel nord-est del Giappone intere città sono state distrutte e cancellate dalla forza apocalittica del terremoto che gli esperti hanno calcolato essere stato mille volte più forte del sisma che ha devastato due anni fa, L''''''''Aquila e alcuni paesini dell''''''''Abruzzo. Navi inghiottite dal vortice delle onde assassine causate dallo tsunami, treni spariti nel nulla, tir e automobili trascinati nel fango come scatole di latta. Il terremoto ha distrutto l''''''''intero villaggio di Fukushima dove sono insediati 6 reattori nucleari, uno dei quali è esploso. Il pericolo di fughe radioattive e di una fissione nucleare è altissimo. Nell''''''''area è allarme rosso. Sempre nella provincia di Fukushima sono state spazzate via 1800 abitazioni. 70.000 sono i senza casa. "E stato, dicono i sismologi, il terremoto più devastante della storia del Giappone". Per la sua potenza l''''''''asse terrestre si è spostato di 10 centimetri. Sendai, la città giardino di un milione di abitanti e sede di una delle università più famose del Paese del Sol Levante, è stata semidistrutta. I primi reportage, subito diffusi in tempo reale dei grandi network televisivi, hanno fatto vedere a tutto il pianeta la potenza apocalittica del sisma e la forza distruttiva dello tsunami. Interi paesi e piccoli villaggi sono stati annientati e trascinati nel fango dalla forza delle onde alte oltre dieci metri. E'''''''' stato un terremoto ancora più forte rispetto a quello avvenuto nel 1923 che bruciò buona parte di Tokio e le sue case di legno provocando 100 mila morti.
Il terremoto ha messo in ginocchio l''''''''intera economia nipponica con effetti che si faranno sentire anche in Europa. Ma il popolo giapponese non si piange addosso. E'''''''', purtroppo, "allenato" a questi nefasti eventi. Ci convive tutti i giorni. Il Giappone, si sa, è la terra più sismica al mondo. Anche questa volta i laboriosi abitanti dell''''''''isola di Honshu supereranno questa ennesima sciagura.
Sendai, la più colpita assieme alla cittadina Sukagava, è la città che ha ospitato la Nazionale di calcio di Giovanni Trapattoni durante la fase preparatoria alla Coppa del mondo disputata nel 2002 in Giappone e in Corea. Il team azzurro ha vissuto nella città giapponese per circa un mese. La squadra italiana allenata da Trapattoni era una delle più seguite e amate dai tifosi locali. Chi narra queste note ha avuto il privilegio di raccontare per Rai Sport le tante storie legate a quel mondiale di calcio e le variegate realtà del Paese dei samurai. Nei nostri reportage televisivi abbiamo descritto anche Sendai: "La Città gentile". La linda e piccola metropoli immersa nel verde con i suoi lussureggianti parchi. Nella città giardino c''''''''è via Jozenjidoori che è chiamata Via Italia. E'''''''' il viale più amato dai residenti. Lungo la strada vi sono molte sculture, opere di artisti italiani, tra le quali quelle del bergamasco Giacomo Manzù e del siciliano Emilio Greco. All''''''''epoca, tra gli azzurri e il popolo di Sendai fu amore a prima vista. Il magnifico Sendai Stadium era sempre esaurito come una finale di Champions, quando ad allenarsi c''''''''era il team azzurro. I tifosi impazzivano per Totti e "Del Pielo". Ma anche il Trap era molto amato. Al termine degli allenamenti il mister, al pari dei suoi campioni firmava gli autografi di rito sulle magliette azzurre che i numerosi e disciplinati fan stendevano sui muretti che li dividevano dal terreno di gioco. I cittadini di Sendai erano orgogliosi di ospitare la spedizione italiana. Avevano persino creato il club "Forza Azzurri". Per la cronaca bisogna dire che l''''''''Italia, inaspettatamente, nonostante l''''''''"acqua santa" di Giovanni Trapattoni, usci da quei mondiali agli ottavi, eliminata dalla Corea del Sud, complice l''''''''arbitro Moreno che annullò un gol regolare per l''''''''Italia e poi espulse, ingiustamente, Francesco Totti.
Ora dopo l''''''''apocalittico terremoto dei giorni scorsi gran parte di Sendai non esiste più. Distrutto l''''''''aeroporto e il porto, semidistrutto lo stadio il Sendai Stadium, con i suoi spogliatoi lindi come una camera operatoria dove Totti e compagni si sono allenati per circa un mese. Colpito anche l''''''''albergone con tante stelle, il Sendai Park Hotel l''''''''elegante edificio immerso nel verde, dove alloggiava la squadra italiana.
La città di Sendai, che ai tempi del mondiale si è tinto di azzurro, ha una storia singolare e in qualche modo è legata all''''''''Italia per un fatto accaduto nel lontano 1613. Fu, infatti, un samurai, Date Masumane, che nel 1601 fondò la contea di Sendai. Masumane vi costruì il castello-fortezza (chissà se dopo questo sisma è rimasto ancora in piedi?) e vi regnò, sviluppando il suo feudo nella zona più prosperosa a nord della capitale Tokio. All''''''''epoca non esistevano rapporti commerciali con altri paesi. E fu così che il samurai Musumane organizzò una spedizione con un equipaggio di 180 persone. Destinazione Europa. Il veliero impiegò due anni prima di raggiungere Roma. Il comandante e capo della spedizione Hasekura fu ricevuto dal papa Paolo V in Vaticano. E, a testimonianza di quello storico incontro, ancora oggi, nella residenza di Castelgandolfo è conservato il memoriale dell''''''''epoca dedicato all''''''''amicizia con la città di Sendai.
Sergio Calabrese
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