Profughi nella ex base militare di Remondò? «Impossibile», dice il sindaco
La struttura è stata inserita tra quelle che potrebbero diventare un centro di accoglienza, ma il primo cittadino di Gambolò nega: è abbandonata da anni, i costi per attrezzarla sarebbero elevatissimi
«Sappiamo che l''''''''area di Remondò è stata inserita tra quelle che, in provincia, potrebbero essere utilizzate per dare rifugio ai profughi del Nord Africa. Ma, oltre a ciò, non c''''''''è nulla». Il sindaco Elena Nai tranquillizza i suoi concittadini circa la possibilità di creare un centro d''''''''accoglienza nell''''''''ex base militare. «C''''''''è stata solo una richiesta di informazioni da Roma - spiega ancora - come del resto era già avvenuto in altre circostanza, ma niente di più. Immagino che, se ci fosse qualcosa di più concreto, i primi a saperlo saremmo noi». La base dell''''''''Aeronautica, che è arrivata ad ospitare oltre 600 militari, da oltre tre lustri è stata ridotta in modo drastico, lasciando in servizio una quarantina di avieri e puntando sulle più moderne tecnologie. Restano così enormi spazi inutilizzati, di proprietà del Demanio. «Un tempo la base era grandissima - spiega il vice-sindaco Gianpiero Zucchetti - poi è stata progressivamente ridotta. La parte del logistico, che è nel territorio di Gambolò, è stata completamente abbandonata mentre quella operativa, che rientra nel territorio di Mortara, è funzionante. La zona dismessa è stata lasciata a se stessa: ho avuto occasione di rendermene conto di persona durante una visita, qualche mese fa. Ospitare profughi in quell''''''''area è impossibile: i lavori di sistemazione costerebbero una cifra enorme e richiederebbero tempo. A meno che non si voglia optare per la soluzione rappresentata da una tendopoli».