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Fateci Spazio, la rivolta dei genitori

Sabato l'assemblea nella sede di via Croce per contestare la scelta della giunta di trasferire la struttura al quartiere Pietrasana, all'ex Circolab ora inagibile

24 Giugno 2011 - 10:31

Lo slogan è "Non ci faranno a pezzi", gioco di parole coniato dal Comitato genitori e utenti del centro di aggregazione giovanile Fateci Spazio di via Croce. Il comitato ha organizzato per sabato prossimo (25 giugno) un'assemblea pubblica, che si terrà alle ore 18 proprio al Fateci Spazio. Per pubblicizzare l'iniziativa e raccogliere le adesioni è stato aperto anche uno spazio web: www.nonfateciapezzi.jimdo.com. «Secondo i piani della Giunta - si legge in un comunicato degli organizzatori - il Centro da settembre verrà definitivamente chiuso e le sue attività dislocate in altri siti della città. In particolare, il centro di aggregazione giovanile dovrebbe essere riavviato presso il Circolab di zona Pietrasana, sito però non agibile fino al 2012 e inoltre non di proprietà comunale. Con la definitiva chiusura del Fateci Spazio i nostri figli perderanno così un importante punto di ritrovo e socializzazione. E il quartiere Cascame, che da anni reclama una riqualificazione, rimarrà sguarnito del suo unico presidio contro la devianza e la marginalità sociale».
Sul caso fateci Spazio si registra anche un'intervento del circolo vigevanese di Rifondazione comunista, a firma del segretario Alessi Galli e dell'ex consigliere Roberto Guarchi: «Nel corso degli anni il "Fateci Spazio" ha subito dalle successive amministrazioni di centrodestra una lenta e progressiva opera di smantellamento che ha portato al disfacimento attuale - scrivono Galli e Guarchi - Come ciliegina su una torta avvelenata dai soliti interessi economici, il "Fateci Spazio" potrebbe essere inserito nell'elenco dei beni alienabili e l'area destinata ad edilizia residenziale, ovvero disponibile per l'ennesima operazione di speculazione immobiliare volta a fare cassa. Fateci Spazio non deve essere "smantellato", ma al contrario occorre che il Comune torni a valorizzarne il ruolo come era nei progetti iniziali».
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