La Lega perde i pezzi. Da oggi, infatti, il Carroccio si ritrova
con un uomo in meno nella propria maggioranza consiliare. Simone Mancin, geometra 25enne, eletto nel
2010 con 55 voti di preferenza, ha deciso di lasciare il gruppo della Lega e di passare all'Udc, partito che
rappresenterà anche in consiglio, formando un nuovo gruppo che si collocherà all'opposizione. E' proprio il malcontento verso
l'operato della giunta Sala all'origine della decisione di Mancin, che è
stata
comunicata questa mattina in una conferenza stampa che si è svolta -
con
modalità degne di un film di spionaggio - in una casotta a Ticino.
Presenti il segretario cittadino Daniele Semplici e quello provinciale
Italo Richichi, Mancin ha letto un breve comunicato stampa: "Ho deciso
dopo
lunghe riflessioni di allontanarmi dalla Lega Nord, ma soprattutto dalla
attuale
amministrazione, in quanto non ritengo valide le scelte intraprese in
queste
settimane", ha detto il neo-consigliere Udc. Il dissenso riguarda in
particolare le politiche sociali perseguite dalla
giunta, con particolare riferimento al caso dei bambini a cui viene
negato il
pasto alla mensa scolastica se la famiglia è insolvente e quello degli
anziani bisognosi, anche loro privati del pasto gratuito, Ma ci sono
anche altri
argomenti, come la pedonalizzazione di via Cairoli, una scelta secondo
Mancin "
volta a favorire la grande distribuzione". E poi c'è il ruolo dei
consiglieri
comunali, "la cui utilità era data dalla sola ratifica dei provvedimenti
calati
dall'alto dalla giunta , senza diritto di opinione e giudizio". Quello
di
Mancin potrebbe essere un caso non isolato. "Io ho fatto la mia scelta,
molto
ponderata - ha detto - ma nel gruppo della Lega il malcontento è alto". E
il
rapporto con gli ex compagni di maggioranza? "Non so, a loro non ho
comunicato
niente". Pare infatti che i vertici leghisti avessero annusato la
possibilità
che qualche consigliere cambiasse casacca, ma fino ad oggi il suo nome
non era
noto. La Lega ora può contare in consiglio su solo 17 voti, compreso il
sindaco,
più i due del Polo Laico, che fino ad ora ha sempre garantito l'appoggio
ma che
spesso si è astenuto o ha votato contro i provvedimenti proposti dalla
giunta.
Se vi fossero altri abbandoni dalle file della Lega e se il Polo Laico
decidesse
di staccare la spina, il sindaco Sala non avrebbe più i numeri necessari
per
governare la città.