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27 Luglio 2017 - 20:07
L’atleta di Fano di Lisippo, la statua in bronzo di Venere e Cupido del 1550 di Jacopo Sansovino, il “Cardinale seduto” realizzato dallo scultore Giacomo Manzù negli anni Settanta. Sono solo alcune delle opere che potranno essere restaurate grazie al laser Thunder Compact progettato con tecnologia 100% italiana, che utilizzando le stesse tecniche Q-Switched impiegate per la medicina, garantirà precisione, selettività e rispetto delle superfici originarie, senza danneggiare il reperto. Una delle sedi della fondazione statunitense è la Villa Getty, tra Los Angeles e Malibu, costruita come un’antica villa, con più di 44 mila pezzi principalmente di arte romana, greca ed etrusca che coprono il periodo dal 6500 a.C. fino al 440 d.C.
Tra i reperti più noti della collezione l’Atleta di Fano, risalente a un periodo tra il IV e il II secolo a.C, come altre opere di inestimabile valore deteriorato dal passare del tempo anche a causa di precedenti interventi troppo aggressivi che hanno ulteriormente danneggiato i rivestimenti in marmo. «Adesso, grazie al nuovo laser - spiega il vigevanese Paolo Salvadeo - molte statue, bassorilievi, medaglie e pezzi architettonici di uno dei più importanti musei del mondo torneranno a splendere e rivivere per essere ammirate anche dalle generazioni che verranno». Ad affiancarlo nella consegna del laser a Malibu, il 18 luglio, Girolamo Lionetti, direttore generale di Quanta System (controllata di ElEn); Alessandro Zanini, direttore scientifico per la restaurazione di ElEn, le autorità del Getty e il viceconsole d’Italia a Los Angeles, Valentina Gambelunghe. La donazione, partita dopo la richiesta d’aiuto del museo californiano diretto da Timothy Potts, è stata pensata in memoria di Khaled Asaad, l’archeologo siriano assassinato a Palmira dagli jihadisti dello Stato islamico per essersi rifiutato di indicare i luoghi nei quali aveva nascosto importanti reperti romani, prima dell’occupazione della città da parte dell’Isis. ‹‹Questo gesto assume per noi un duplice valore – afferma Susanne Gänsicke, direttrice del Dipartimento di conservazione delle opere antiche del Getty Museum – perché oltre a rappresentare un aiuto concreto e di grande significato per le nostre inestimabili opere, averlo dedicato alla memoria di Khaled al Asaad è estremamente toccante e simbolico: un onore per il museo e per i suoi collaboratori. La cultura è un’importante eredità per le future generazioni ed è nostro dovere proteggerla››.
Nel 2013, anno della cultura italiana, la ElEn aveva già donato un laser al Metropolitan Museum di New York. Come nelle precedenti donazioni, l’obiettivo prefissato è quello di fornire un contributo decisivo per preservare i patrimoni dell’umanità. ‹‹Siamo felici – conclude Salvadeo - di essere nuovamente fidati partner tecnologici attraverso la nostra tecnologia made in Italy che ci permette di restaurare opere senza intaccare le loro preziose e delicate superfici. La donazione al museo americano suggella un importante percorso con cui la nostra tecnologia laser è stata impiegata per far tornare al loro antico splendore importanti opere del patrimonio artistico mondiale: la Porta del Paradiso del Museo dell’Opera del Duomo di Firenze, la Torre di Pisa, nla Villa dei Misteri di Pompei, il Palazzo Reale di Patan in Nepal››.
@L'Informatore - Davide Zardo
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