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25 Ottobre 2017 - 16:02
Il testo della lettera della “Rete delle associazioni e dei comitati per salute, ambiente e sviluppo sostenibile della provincia di Pavia”, inviata al prefetto il 20 ottobre e firmata da Renato Bertoglio, è una fotografia delle criticità ambientali del territorio provinciale. Alla rete aderiscono 45 sindaci e 44 associazioni.
Signor Prefetto,
Nell’augurarle buon lavoro in questo nuovo incarico, vorremmo approfittare della sua disponibilità, manifestata in recenti interviste, verso associazioni e comitati che si occupano di temi ambientali nel territorio pavese. Le associazioni e i comitati che sottoscrivono questa lettera, credono che la nostra provincia abbia grandi possibilità di imboccare uno sviluppo sostenibile, sia per la collocazione strategica che per le risorse di cui dispone.
Riteniamo però che negli ultimi 25 anni, in mancanza di un modello di sviluppo condiviso e a fronte di una carenza di programmazione, siano state fatte scelte che rischiano di pregiudicare queste grandi possibilità e che hanno portato ad una situazione preoccupante, soprattutto se rapportata alle caratteristiche del territorio.
Ricordiamo, infatti, che la provincia di Pavia è ancora la prima in Lombardia per terreni agricoli, con una percentuale di ben il 21% di tutta la regione (segue Mantova con il 18%, la media delle 12 province è dell’8%). Se si vuole difendere questa specificità, che oltretutto è rappresentata da suoli tra i più fertili d’Europa, occorre fare, a tutti i livelli, scelte diverse, definendo prima di tutto limiti nei carichi ambientali e nei fattori di pressione del territorio, tenendo in debita considerazione i principi di prevenzione e precauzione.
Nella nostra attività di associazioni e comitati impegnati sul territorio abbiamo anche costituito una “rete” per l’ambiente e la salute, che ha funzioni soprattutto di scambio d’informazioni, approfondimento di problemi ambientali e territoriali. Non è un coordinamento, non ha una struttura rigida, non ha cariche, ma si muove in modo flessibile sulle varie criticità, tentando soprattutto di colmare il distacco che si è formato, e che a nostro giudizio va sempre più ampliandosi, tra cittadini ed istituzioni o agenzie pubbliche.
Le chiediamo quindi di tenere presente nella sua attività l’esistenza di questa realtà, non esaustiva di ciò che esiste nel volontariato ambientale, ma che dal 2011 segue con tanti “sensori” sul territorio complesse situazioni, che è sempre disponibile a partecipare e che ha promosso cultura ambientale in tutta l’area pavese. Una delle iniziative più significative della nostra rete è stato il documento “Per uno sviluppo sostenibile del territorio pavese” sottoscritto da 45 sindaci e 44 associazioni, fatto mai avvenuto prima in questa provincia.
Ricordiamo infine alcune delle criticità del territorio provinciale:
siamo l’unica provincia che, con solo 500.000 abitanti, ha ben due inceneritori (con
autorizzazioni per ulteriori ampliamenti) sui 13 regionali e, non a caso, la provincia che ha la
percentuale più bassa di raccolta differenziata dei rifiuti
abbiamo 7 discariche attive o esaurite, ma ancora da gestire
sempre in tema di rifiuti abbiamo avuto alcuni incendi che evidenziano le criticità che questo
settore attraversa. Altri incendi in alcuni casi di grandi dimensioni, seppur non “sembrano” aver
causato, nell’immediato, pesanti ricadute sul territorio, certo non ne hanno migliorato la qualità
abbiamo in provincia oltre 1.300 cave, spesso mai recuperate, sono quasi un terzo di tutte quelle
della Lombardia (344 in Oltrepo, 746 in Lomellina e nel 241 Pavese)
un consumo di suolo con tassi percentuali che ci pongono ai primi posti in classifica nella
regione che a sua volta è ai primi posti a livello nazionale
13 impianti per il trattamento dei fanghi che vengono sparsi su oltre 15mila ettari, per un
quantitativo che supera la somma di tutti quelli utilizzati nelle altre 11 province
68 impianti di biogas, 15 di combustione di biomasse e 4 gassificatori. Pochissimi di questi impianti sono dotati di recupero del calore prodotto, con cui si sarebbe potuto diminuire o almeno non aumentare l’inquinamento dell’aria
Una raffineria tra le più grandi d’Europa che produce oltre il 60% di SO2 ed il 30% di CO2 di tutta la provincia, che sarà affiancata da una discarica d’amianto
Pavia è stata nel 2005 la seconda provincia in Italia, dopo Milano, per mortalità dovuta al PM 2,5
Nel 2006-2011 i tassi di mortalità nella popolazione pavese risultano per i maschi +14% su media Lombardia e +10% su Italia, per le femmine +13% su Lombardia e + 8% su Italia e finalmente, proprio in questi giorni l’ATS si è decisa ad approfondire determinati aspetti epidemiologici
Abbiamo diverse aree inquinate, di queste 88 bonificate (la maggior parte con soldi pubblici!), 38 ancora da bonificare e 59 potenzialmente contaminate
Per la matrice ambientale acqua è preoccupante la fotografia scattata dall’Ispra con il rapporto del 2016 sui pesticidi, che segnala, per la nostra provincia, un preoccupante livello di contaminazione delle acque superficiali e di quelle sotterranee che finiscono per alimentare le falde
La qualità dell’aria continua ad essere tra le peggiori in regione e la provincia di Pavia è tra le prime per quantitativi di emissioni
Una pesantissima situazione delle infrastrutture per la mobilità, che ci sembra non abbia eguali in regione, nonostante questo siamo, in base ad una ricerca dell’Università di Pavia, agli ultimi posti negli appalti di opere pubbliche per la mobilità, e con progetti come quello dell’autostrada Broni-Mortara che non risolvono le criticità esistenti, ma le accentuano andando in senso contrario rispetto alle peculiarità del territorio.
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