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“Teresio Olivelli ribelle per amore”, in 3mila alla cerimonia di beatificazione

Il cardinale Amato: «La violenza può uccidere una persona, ma non può uccidere una causa».

03 Febbraio 2018 - 15:08

Sono state circa 3 mila le persone che questa mattina (sabato) sono arrivate al palazzetto di Vigevano. «La violenza può uccidere una persona, ma non può uccidere una causa. Il carnefice ha ucciso Teresio Olivelli, ma non il Vangelo, difeso e testimoniato ancora oggi, come ieri e come sarà domani, da fedeli coraggiosi e forti fino al martirio». Sono alcune delle riflessioni pronunciate questa mattina dal cardinale Angelo Amato, Prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi, durante l’omelia. Ripercorrendo la vita di Teresio Olivelli – ucciso con calci al ventre il 17 gennaio 1945 nel lager di Hersbruck per aver difeso un detenuto ucraino – il cardinale Amato ha parlato anche di «un dovere di promessa solenne a non ripetere mai più questa esperienza diabolica che, purtroppo, non appartiene solo al passato, ma straripa, come melma malefica, anche nel presente. Ancora oggi, infatti, nel mondo ci sono 215 milioni di cristiani che soffrono di persecuzione e morte». Alla cerimonia hanno preso parte anche l’arcivescovo di Milano Mario Delpini, il vescovo di Vigevano Maurizio Gervasoni, l'arcivescovo Santo Marcianò, Ordinario Militare, e con loro altri 15 vescovi e un centinaio di sacerdoti. Dopo lo svelamento dello stendardo è stato portato sul presbiterio il reliquiario che custodisce una ciocca di capelli tagliata dalla madre quando Teresio aveva 9 mesi e alcuni peli della barba.

Ecco la fotogallery e i video dell'evento

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