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04 Settembre 2018 - 14:42
«Vogliamo tornare a casa a piedi...». Al termine della serata a Menaggio (CO) lo avevano detto chiaramente le due ragazzine di 17 anni vittime, secondo le indagini, della violenza sessuale di branco.
Per chi li conosce bene non sono dei mostri, al contrario bravi ragazzi al massimo un po’ guasconi. «Ma chi non lo è stato a vent’anni?». Tutti o quasi, ma in pochi si sono dovuti difendere dall’accusa di una violenza sessuale di gruppo, accusati per una serata che per loro non ha avuto nulla di strano. Da un lato ci sono le due ragazze diciassettenni che descrivono le violenze subite, a turno, nel buio della notte su una spiaggia in riva al lago, dall’altro i tre ragazzi talmente tranquilli da scherzare addirittura sopra quanto era accaduto, nei giorni successivi, fino ad arrivare a vantarsi delle loro conquiste.
Tutto è successo la notte dell’8 agosto, in un bar sul lungolago comasco. A festeggiare seduti a un tavolo i quattro giovani, tutti ventenni, che si erano ritrovati per il compleanno di uno di loro dopo una giornata di lavoro trascorsa al lido. C’erano Nicholas, il bello del gruppo e probabilmente il più brillante con le ragazze, impiegato da due anni, barman dietro il bancone del lido di Menaggio, poi altri due amici e colleghi di lavoro, entrambi camerieri, uno di nazionalità albanese e l’altro etiope. Il quarto giovane, moldavo, al lido c’era venuto in vacanza ospite della sorella che invece lavorava nella struttura. Si sa come vanno queste serate: tante risate, battute e soprattutto tanti brindisi. Così poco a poco il tavolo di quei quattro ragazzi, chiassosi e sorridenti, è diventato l’attrazione del locale. Li hanno notati in tanti, ma ad accettare il loro invito a sedersi sono due ragazze diciassettenni di un paese comasco, le quali, dopo aver fatto gli auguri al festeggiato, si sono viste offrire un flute di vino. La serata è proseguita ancora a lungo nel locale, poi alle due giovani è stato offerto un passaggio in auto per tornare a casa. E’ a quel punto che la festa si sarebbe trasformata in dramma: anziché verso il centro abitato i giovani si sono diretti verso una spiaggia isolata e quando le giovani se ne sono accorte era ormai troppo tardi. Divise, anche se a pochi passi l’una dall’altra, hanno subito la violenza del branco. Questo almeno secondo la loro versione, i ragazzi infatti almeno nei giorni successivi avrebbero dato agli amici una versione ben diversa: ci sarebbero stati dei rapporti sessuali, ma pienamente consenzienti e soprattutto non di gruppo.
«Ricordo quando sono venuti qui alcuni giorni dopo i carabinieri, erano tutti e tre tranquilli tanto è vero che nessuno di loro si è preso l’avvocato», spiega il sindaco, Michele Spaggiari . All’appello manca il giovane moldavo, tornato in patria il 10 agosto. «Ma non perché voleva fuggire, la sua vacanza era finita e voleva tornare a casa».
Poi. il dolore. La denuncia. L’indagine. E l’arresto di Nicholas Pedrotti, 22 anni, di Chiesa in Valmalenco, (Sondrio), di Zinabu Muratore, 22 anni, un etiope residente a Claino con Osteno (Como), di Emanuel Dedaj, 21 anni, albanese, residente a Spoleto e di Gheorghe Rotaru, moldavo, 20 anni.
Il gip del tribunale di Como Carlo Cecchetti non ha convalidato i fermi dei tre giovani arrestati nei giorni scorsi dai carabinieri con l'accusa di avere violentato due turiste minorenni un mese fa a Menaggio. I tre sono stati scarcerati, anche se restano indagati per violenza sessuale di gruppo.
Il giudice delle indagini preliminari non ha ravvisato a carico degli indagati la sussistenza di gravi elementi di responsabilità né il pericolo di fuga, per cui ha disposto la scarcerazione del barman di 22 anni di Chiesa Valmalenco (Sondrio), dell'albanese di 19 anni e dell'etiope di 22.
Il provvedimento del Giudice per le indagini preliminari ha evidenziato che l'unica fonte di prova a carico degli indagati è costituita dalle dichiarazioni delle persone offese - due ragazze di 17 anni in vacanza sul lago di Como - e che le loro dichiarazioni non sono tra loro convergenti. Allo stesso tempo ha evidenziato che gli indagati, in sede di interrogatorio, hanno invece compiutamente ricostruito i fatti con versioni complessivamente convergenti e, astrattamente, plausibili.
La Procura si riserva di effettuare ulteriori approfondimenti investigativi, evitando allo stesso tempo di fornire ulteriori particolari inerenti un episodio che si ritiene abbia certamente colpito persone accusate e vittime e la relativa indagine, pienamente rispettando la decisione assunta dal Giudice per le indagini preliminari (comunque non equiparabile ad una pronuncia di assoluzione, attesa la fase interlocutoria in cui è intervenuta). E' quanto si legge in una nota del procuratore della Repubblica di Como Nicola Piacente, dopo la scarcerazione dei tre ragazzi accusati di violenza sessuale a Menaggio. I tre giovani scarcerati rimangono comunque indagati, e con loro il quarto, presunto complice, un giovane moldavo rientrato in patria.
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