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al cimitero
03 Aprile 2019 - 11:54
La tomba del pittore Ambrogio Raffele
Un vaso pieno di rose rosse e fresche. Chissà che li ha messe, lì su una tomba semi-abbandonata. Difficile persino leggere il nome del defunto. Ma si tratta della tomba nella quale è sepolto il pittore vigevanese Ambrogio Raffele, morto nel 1928. La tomba è una di quelle individuate dal Comune (con tanto di delibera del consiglio comunale) tra quelle sottratte al regime della concessione. Non si possono vendere, insomma, e andrebbero tutelate e conservate. Una delibera del settembre 2017 che riguarda alcune tombe di vigevanesi illustri nella disponibilità del Comune. Oltre a quella del pittore ci sono quelle del medico e sindaco Ulisse Marazzani, del parlamentare Luigi Costa, del senatore Vincenzo Roncalli. Tombe che non devono essere vendute, come stava per accadere a quella di Luigi Costa e per le quali ci sarebbe anche uno stanziamento di 24 mila euro per interventi di manutenzione e restauro che però, evidentemente, non sono ancora iniziati. Ambrogio Raffele, nato a Vigevano nel 1845, fu uno degli artisti più importanti del periodo Liberty e operò soprattutto a Torino, alla cui Accademia delle Belle Arti si era diplomato. Nel trascorrere degli anni il pittore torna sempre più spesso a Vigevano e nel 1927 la città gli dedica una grande mostra, inaugurata dal principe Umberto di Savoia.
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