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In memoria del partigiano deportato e morto a Mauthausen
28 Gennaio 2020 - 17:59
Una pietra d’inciampo è stata posata oggi pomeriggio a Mortara in memoria di Cesare Capettini, il partigiano arrestato dai fascisti nel dicembre 1943 e deportato a Mauthausen, dove morì nel marzo 1945. La piccola lapide con il suo nome è stata collocata sul marciapiede antistante la stazione, accanto alla fontana. Sopra si legge «Qui abitava…», ma in realtà Capettini, operaio della Marzotto, risiedeva poco lontano dal “fabbricone”, in via Lomellina 70. «È un po’ fuori mano - ha spiegato il sindaco Marco Facchinotti - e così ci è sembrato giusto collocare la pietra d’inciampo qui, luogo di passaggio di generazioni. Tante persone che passeranno da qui avranno motivo di riflettere.
La manifestazione è stata organizzata da Anpi e Aned, le associazioni dei partigiani e dei deportati. Erano presenti alcune scolaresche della primaria e la giunta comunale quasi al completo. Sono intervenuti anche alcuni parenti, tra i quali due nipoti residenti a Milano, Anna e Arturo Cesare Capettini. Quest’ultimo porta il nome del nonno Arturo, a sua volta fucilato dai nazifascisti, e dello zio Cesare. Ai due fratelli era stata intitolata una brigata garibaldina operante in Oltrepo e poi una strada a Mortara. Erano presenti anche alcuni parenti tuttora residenti a Mortara, come una cugina, Delia. Dopo la posa della pietra d’inciampo i presidenti di Aned e Anpi, Marco Savini e Piero Rusconi, in biblioteca hanno ricordato la figura di Cesare Capettini.
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