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Il progetto del Parco del Ticino dimostra come un’area densamente popolata e con attività produttive può essere anche un ambiente ricco di biodiversità
25 Giugno 2020 - 15:13
Fiocco azzurro al Centro Parco “I Geraci” di Motta Visconti (Mi) per la nascita di ben quattro vitellini tutti di razza varzese, il primo ha visto la luce proprio in tempo di Covid.
L’esperienza del pascolo in pianura realizzato dal Parco del Ticino, grazie a due progetti cofinanziati da Fondazione Cariplo nel 2012 e nel 2016 dalla Banca del Monte di Lombardia, sta dimostrando che anche in un territorio ad alta densità di popolazione e attraversato da importanti infrastrutture si possono allevare gli animali simulando gli alpeggi di montagna, riscoprendo vantaggi e pregi di questa antica pratica agronomica e di allevamento scomparsa in pianura da decenni.
Dallo scorso gennaio ad occuparsi della cura, della salute, del benessere delle vacche e della manutenzione del pascolo turnato ai Geraci è un gruppo di giovani in forza all’Ente magentino: ragazzi del Servizio Civile, altri iscritti all’Albo dei Volontari della Biodiversità del Parco del Ticino e tirocinanti coordinati dal Settore Agricoltura del Parco. Alcuni di loro si occupano anche di trasmettere l’esperienza del pascolo attraverso una serie di video pubblicati sui social del Parco del Ticino o nei laboratori di educazione ambientale promossi nelle scuole del territorio. “Il progetto di pascolo ai Geraci si sta rivelando importante per diversi aspetti: la salute degli animali, l’aumento di biodiversità e il coinvolgimento delle nuove generazioni – spiega Silvia Bernini, consigliere del Parco con delega all’Agricoltura - . Gestire un pascolo turnato di sei ettari è diverso rispetto ad un allevamento di mucche in stalla. E’ un impegno quotidiano che non riguarda solo il benessere e la cura degli animali ma anche la manutenzione delle parcelle di pascolo, alcune dedicate al fieno altre all’erba ricca di proteine di cui si alimentano le mucche, e alla recinzione elettrificata che deve essere manutenuta quotidianamente. Ringrazio Michele Bove, responsabile del Settore Agricoltura, che è riuscito a trasmettere la sua passione a questi giovani collaboratori. Il nostro pascolo ai Geraci si sta dimostrando un’esperienza unica, inserito in un ambiente agricolo che è eccezionale habitat di biodversità. La pratica del pascolo ai Geraci è innanzitutto un esempio dimostrativo che gli agricoltori attenti potrebbero replicare nelle loro aziende per migliorare il benessere animale e la qualità dei prodotti e poi consente l’incremento della ricchezza di invertebrati presenti nell’habitat prativo, favorendo la disponibilità di prede per numerose specie di avifauna di interesse conservazionistico legate agli ambienti agricoli”.
Il primo dei quattro vitellini è nato nelle settimane di lockdown, l’ultimo ha meno di una settimana. “Abbiamo appreso di questi lieti eventi come un segno di speranza in un periodo particolarmente difficile per tutti, anche per il mondo agricolo – aggiunge la presidente del Parco del Ticino Cristina Chiappa -, proprio per questo vogliamo coinvolgere tutti gli amanti della natura e del nostro Parco in un sondaggio per dare il nome a ciascun vitellino. Il sondaggio verrà lanciato nei prossimi giorni sulle pagine Social del Parco” .
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