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scuola, la protesta
04 Febbraio 2022 - 10:18
«Gli immaturi siete voi». È questo lo slogan scelto per la mobilitazione nazionale organizzata dalla "Rete degli Studenti Medi" per la giornata di oggi (venerdì 4 febbraio). Al centro delle proteste la volontà del ministro dell'istruzione Patrizio Bianchi di reintrodurre i due scritti – il tema di italiano e la seconda prova, specifica per ogni indirizzo di studio – dopo due anni di solo esame orale. Sono previste mobilitazioni anche a Pavia, dove i ragazzi si ritroveranno dalle 8 alle 10,30 in piazza Vittoria.
Gli studenti giudicano «inaccettabile» la scelta di ripristinare i due esami scritti. Ecco la loro posizione: «Ciò che ha spiazzato la popolazione studentesca – fanno sapere dalla Rete degli Studenti Medi – è stato sicuramente il fatto che non sia stato minimamente tenuto in considerazione il fatto che la preparazione svolta durante gli ultimi mesi è stata proiettata verso la realizzazione di un esame orale, al limite corredato dal tema di italiano. Inoltre, è assolutamente insensato propinare una normalità apparente agli studenti che un triennio normale non lo hanno mai avuto, visto il fallimento della DaD precedentemente ammesso dalla ministra Azzolina. Studenti che sono stati costretti a quasi due anni di lezioni a distanza si ritrovano quindi a svolgere inaspettatamente un esame che non mette in conto le lacune che la DaD ha portato, in termini di qualità e quantità di quanto appreso. Senza poi contare che durante il quinto anno, le lezioni sono ostacolate dalla frammentazione nello svolgimento delle stesse,con alcuni studenti in DaD ed altri in presenza, con regole in continua e rapida evoluzione: molti studenti sono costretti a seguire le spiegazioni da casa a causa delle quarantene; oppure a causa dei professori che, o sono per lo stesso motivo costretti a casa, o devono alternarsi tra lezioni con classi in presenza e da remoto. Non possiamo certo fingere che questi siano anni normali, accettando dei testi d'esame che solo apparentemente tengono conto della situazione lacunosa della preparazione degli anni precedenti; non accettiamo che si scarichino le responsabilità politiche verso il basso, verso le commissioni di esame e verso i diplomandi. Ancora una volta saranno gli studenti a pagare le conseguenze di un sistema politico che, senza ascoltare le rappresentanze studentesche, non ha saputo gestire la situazione pandemica, garantendo una corretta istruzione. L’esame di maturità chiude il percorso di istruzione superiore che i giovani del 2022 hanno vissuto in modo assolutamente atipico. Chiudere questo percorso con il fiocchetto della "maturità normale" non è sicuramente la soluzione ad una inefficiente gestione scolastica da parte del ministro Bianchi».
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