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17 novembre
17 Novembre 2022 - 21:23
Per qualche ora la facciata del Duomo di Vigevano sarà illuminata di viola. È l’iniziativa – promossa dal Rotary Club Mede Vigevano, in collaborazione con il reparto della Pediatria dell’ospedale civile e con il patrocinio di Comune e di Asst – organizzata in occasione del 17 novembre, Giornata mondiale dedicata ai bimbi nati prematuri (World Prematurity Day), celebrata in più di 60 Paesi con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica sulle problematiche che possono interessare i bambini nati pretermine.
L’illuminazione del Duomo è stata realizzata con una tecnologia a basso consumo energetico e a basso impatto ambientale (foto di Jose Lattari)
Nel mondo, ogni anno, si stima siano 15 milioni i nati prematuri – più di un bambino su 10 – come evidenzia la Sinpia (Società italiana di neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza) nell’ultimo report pubblicato in occasione del 17 settembre. «L’incidenza è in aumento in quasi tutte le nazioni: in Italia ogni anno nascono oltre 30.000 neonati prematuri – viene evidenziato dagli esperti – pari al 7% delle nascite (fonte Ministero della Salute). Le difficoltà che possono insorgere con la nascita pretermine non si limitano ai primi anni di vita del bambino, ma possono evidenziarsi anche successivamente, in età scolare per esempio, soprattutto nei soggetti nati estremamente pretermine (prima delle 32 settimane), che hanno un rischio elevato di disturbi dell’apprendimento, deficit delle funzioni esecutive e dell’attenzione, iperattività e problematiche emotive in età scolare».
L'APPROFONDIMENTO
“I progressi recenti nell’ambito della medicina perinatale e della terapia intensiva neonatale hanno portato ad una significativa diminuzione della mortalità e ad una più modesta riduzione delle sequele neurologiche maggiori a breve e a lungo termine nei neonati prematuri. Tuttavia - spiega la Prof.ssa Elisa Fazzi, Presidente SINPIA e Direttore della U.O. di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza ASST Spedali Civili e Università di Brescia - con il prolungamento del follow up neonatale anche all’età scolare stiamo rilevando un diverso panorama delle sequele della nascita pretermine, con aumentato rischio di comparsa di disordini del neurosviluppo diversi dalla classica paralisi cerebrale infantile o dalla disabilità intellettiva, quadri apparentemente meno gravi ma con impatto rilevante sull’apprendimento e la qualità della vita, che coinvolgono contemporaneamente più funzioni adattive e hanno ricadute nell’area della comunicazione, dell’interazione sociale, delle funzioni di regolazione e attentive. La loro espressività è variabile ma può giungere fino a quadri conclamati di disturbo dello spettro autistico o di disturbo da deficit di attenzione con iperattività (ADHD)”.
“L’aumentato rischio di disturbi del neurosviluppo nei nati pretermine – spiega la Prof.ssa Simona Orcesi, professore associato di Neuropsichiatria infantile presso l’Università di Pavia e membro del Consiglio Direttivo della SINPIA - è maggiore per quelli con età gestazionali molto basse, è multifattoriale e non ancora sufficientemente chiarito, legato da un lato all’esposizione troppo precoce precoce all’ambiente extrauterino e dall’altro ad una serie di eventi lesionali/dismaturativi che avvengono in una finestra temporale relativamente lunga e che offre potenziale spazio per un intervento precoce sia di tipo farmacologico che di tipo ecologico/abilitativo. La tempestività dell’individuazione dei soggetti potenzialmente a rischio, attuata attraverso un monitoraggio attento del profilo di sviluppo per cogliere i segni precoci anche in soggetti che non presentino segni neurologici maggiori, la presa in carico precoce, che tenga conto del timing di sviluppo neurobiologico, volta a favorire il potenziamento della plasticità cerebrale e della riorganizzazione post lesionale e l’intervento mirato, sulla base del calendario evolutivo delle funzioni emergenti nelle diverse età, sono essenziali per garantire ai soggetti nati prematuri, il massimo potenziale disviluppo ed il migliore adattamento alla vita quotidiana dall’infanzia fino all’età adulta”.
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