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La versione di Ceffa: «Una congiura con una regia esterna»

Caso dimissioni dei consiglieri: la conferenza stampa del sindaco dopo il salvataggio arrivato dalla Prefettura. Ma la minoranza non si arrende e annuncia di avere incaricato l'avvocato milanese Giuliano Pisapia di presentare denuncia alla Procura di Pavia

Mario Pacali

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mario.pacali@ievve.com

02 Dicembre 2022 - 16:49

Un lungo applauso da parte dei consiglieri di maggioranza presenti oggi in sala consiliare, poi le lacrime. Il frutto della tensione accumulata in queste 72 ore. Le ore del golpe che oggi possiamo dire ufficialmente mancato. Andrea Ceffa resta in sella, forte del parere del Prefetto che ha annullato la tredicesima lettera di dimissioni protocollata a Palazzo nella mattinata di mercoledì, quella del capogruppo di Fratelli d’Italia, Riccardo Capelli.


«Mi scuso se non ho parlato prima - ha esordito oggi pomeriggio il primo cittadino - ma si trattava di una situazione estremamente delicata. C’è chi invece lo ha fatto prima del dovuto si è trovato in condizioni scomode… Ho preferito parlare, e lo faccio oggi, quando tutti gli elementi erano chiari».

 Il sindaco Ceffa durante la conferenza stampa di oggi pomeriggio


NESSUN SEGNALE. «Solitamente la crisi ha una genesi, ma fino a prima di mercoledì 30 novembre non c’era stato alcun segnale da parte dei consiglieri di maggioranza che, insieme all’opposizione, hanno messo in atto questa manovra: mandare a casa un’amministrazione legittimamente eletta dai cittadini. Nessuno, ripeto, dei consiglieri che hanno rassegnato le dimissioni, aveva fatto emergere problemi o dissapori. C’è sempre stato un confronto, come si fa all’interno di una squadra. Nessuno dei quattro aveva mai manifestato del disagio».


CONGIURA. Il termine usato dal sindaco Andrea Ceffa. «Se avessero avuto dei disagi, delle lamentele, se ne poteva parlare, per il bene della città. La congiura attuata non è sicuramente nella direzione del bene comune». E sul fatto che non c’erano state avvisaglie - anche se al Palazzo erano giunte voci di questo “golpe” già nel mese di giugno, voci che si erano intensificate nelle ultime settimane - «il consigliere Onori (eletto nelle fila della Lega, uno dei dimissionari n.d.r.) è stato con noi alla preconsiliare di lunedì e non ha detto nulla di significativo rispetto ai punti che dovevamo discutere». Per la cronaca Onori, nella serata consiliare di martedì, quella che ha visto l’assenza totale dei consiglieri di opposizione unitamente a parte di quelli della maggioranza, non era presente in aula il giorno dopo.

I consiglieri di maggioranza schierati ieri alla conferenza stampa del sindaco


LA LETTERA SMARRITA. «Un fatto grave, senza dubbio - dice sempre il sindaco - sono stato io il primo a chiedere chiarimenti alla dirigente del Protocollo che ha presentato denuncia contro ignoti per lo smarrimento del documento di dimissioni del consigliere Capelli». Capelli che «la sera del 29 novembre aveva comunicato che voleva ritirare la delega che aveva conferito ad una terza persona. Delega che poteva essere revocata in qualsiasi momento e che avrebbe provveduto il giorno dopo - l’appuntamento era per le 8,20 davanti all’ufficio protocollo - a ritirare delega e lettera di dimissioni».


L’APERTURA DEL PROTOCOLLO. L’ufficio, lo ha ricordato anche oggi pomeriggio il primo cittadino, apre al pubblico (previo appuntamento) alle 8,30. «Ma la funzionaria è presente anche prima dell’orario di apertura». E mercoledì le porte sono state aperte alle 8 in punto. «L’apertura anticipata e l’anticipo stesso dell’orario di appuntamento che era stato fissato dai consiglieri alle 8,20, ha impedito a Capelli di esercitare il suo diritto. E questa è la dimostrazione che, consapevoli della volontà di revocare le dimissioni da parte di Capelli, i registi di questa operazione hanno anticipato i tempi. Hanno fatto una forzatura».

Il consigliere pentito Riccardo Capelli mercoledì mattina in Comune: le sue dimissioni sono state depositate e protocollate ma la misteriosa sparizione dell'originale ha invalidato l'atto 


REGIA ESTERNA ALLE FORZE POLITICHE. Ma c’è un aspetto in questa telenovela che il sindaco Ceffa definisce inquietante: la regia non solo politica. «Un sindaco può essere mandato a casa, ci mancherebbe. Questa è democrazia. Ma quanto ho letto stamane su un quotidiano locale è inquietante. Gianpietro Pacinotti (ex assessore di Fi, oggi in area Terzo Polo n.d.r.) presente mercoledì mattina alla consegna delle dimissioni all’ufficio protocollo, ha detto che l’accelerata a questa congiura è arrivata nel preciso istante in cui si sono aggregate “persone molto conosciute in città”. Questo significa che al di fuori del consiglio comunale, qualcuno ha organizzato una congiura per mandare a casa un’amministrazione legittimamente eletta. Mi vengono i brividi».


SALA NEL MIRINO. «Altro paradosso. Dicono che hanno stima del sottoscritto, ma che l’obiettivo era Andrea Sala. Quindi vuoi fare cadere una giunta per una questione personale, verso un assessore che, alle scorse elezioni, ha raccolto più di 1500 voti di preferenza?».


RABBIA? NO, TRISTEZZA. «Credetemi, non provo rabbia ma tantissima tristezza. Una tristezza profonda e incommensurabile verso coloro che hanno architettato questa operazione. Chi ha fatto questa cosa non vuole il bene della città. Una città che nel prossimo triennio vedrà interventi, già finanziati, per 30 milioni di euro. Una città che ha avuto dal Ministro alle Infrastrutture Salvini nella giornata di lunedì l’impegno per l’avvio dei lavori della Vigevano-Malpensa ed i fondi per il completamento della viabilità di accesso al nuovo ponte sul Ticino».


SI VALUTANO LE SURROGHE. Il verdetto della Prefettura blocca le dimissioni di Capelli. Ma sulle altre dodici, come detto sempre oggi dal sindaco, si farà una valutazione. «Sono in corso delle verifiche con i nostri legali per verificare se procedere con la surroga dei dodici consiglieri, se la volontà di dimissioni degli stessi è manifesta e non subordinata solo allo scioglimento del consiglio ed alla caduta del sindaco». In caso di “tutti confermati”, la maggioranza, con il recupero di Capelli, avrà solo 13 voti contro i 12 dell’opposizione (visto che Onori e Garifullina sono stati espulsi dalla Lega). In altre parole una maggioranza risicata.

LA MINORANZA INGAGGIA PISAPIA

Che però la storia non sia conclusa oggi con il sospirone di sollievo tirato da Ceffa lo dimostra la comunicazione arrivata dai gruppi di minoranza, che annunciano battaglia legale, che sarà condotta dallo Studio Legale Pisapia, cioè dall'avvocato ex sindaco di Milano. 

Lo comunica il capogruppo dei Dem Alessio Bertucci: «A seguito dei fatti avvenuti mercoledì mattina all'ufficio protocollo del Comune di Vigevano con la sparizione delle dimissioni del consigliere Capelli, io, Emanuele M. Corsico Piccolini, Silvia Baldina, Gianpietro Pacinotti , Furio Suvilla e Giuseppe Squillaci, in quanto presenti, abbiamo dato formale mandato allo Studio Pisapia di Milano di depositare un esposto presso la Procura della Repubblica di Pavia per accertare i fatti accaduti».

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