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La minoranza non si arrende: "Faremo denuncia per furto, ma il sindaco è politicamente finito". "E attenzione: altre defezioni sono in arrivo, c'era già un 14esimo con i documenti pronti"

Infuria ancora il caso delle dimissioni dei consiglieri, poi annullate dal Prefetto, il cui atto "salva-Ceffa" viene definito "giuridicamente abnorme e non veritiero" dagli esponenti dell'opposizione

Bruno Ansani

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bruno.ansani@ievve.com

03 Dicembre 2022 - 17:50

La minoranza non si arrende: "Faremo denuncia per furto, ma il sindaco è politicamente finito". "E attenzione: altre defezioni sono in arrivo, c'era già un 14esimo con i documenti pronti"

La conferenza stampa della minoranza

VIGEVANO - Dopo il tentativo di disarcionare l'amministrazione di centrodestra con lo strumento delle dimissioni della maggioranza dei consiglieri, la minoranza non si arrende, confermando la volontà di denunciare alla Procura quanto avvenuto mercoledì mattina in Comune. "Ma c'è comunque  un dato politico - ha detto il capogruppo Pd Alessio Bertucci in una conferenza stampa convocata nella tarda mattinata di sabato - la maggioranza del sindaco Ceffa non esiste più. Ci sono 12 consiglieri da una parte e 12 dall'altra. Solo il voto dello stesso sindaco fa la differenza. All'ultimo consiglio comunale erano presenti solo 10 consiglieri: si fa veramente dura per il centrodestra". 

La conferenza stampa della minoranza svoltasi sabato mattina

Anche perché - ha spiegato Silvia Baldina, consigliera cinquestelle, "nelle prossime settimane potrebbero arrivare nuove dimissioni. Un 14esimo consigliere pronto alle dimissioni c'era già, posso darlo per certo perché ho visto i documenti. Poi quella persona ha rinunciato ad andare sino in fondo. Ma ce ne sono altre in bilico. Fossi in Ceffa mi guarderei alle spalle".

Inevitabile tornare su quanto accaduto mercoledì mattina, quando sono state presentate le dimissioni di 13 consiglieri, che avrebbero causato lo scioglimento del consiglio comunale. Uno dei dimissionari, il capogruppo di Fratelli d'Italia Riccardo Capelli,  è storia ormai nota, ha cambiato idea all'ultimo momento, ma dopo avere firmato le sue dimissioni davanti ad un notaio. Dopo averci provato nella notte con una Pec, si è presentato la mattina in Comune per ritirare le dimissioni (che sarebbero irrevocabili una volta firmate davanti al notaio e protocollate). 

"Ci hanno letteralmente buttati fuori dall'ufficio Protocollo - ha raccontato Giuseppe Squillaci di Azione - C'era l'assessore Scardillo, con due agenti di Polizia Locale, Capelli e altri consiglieri di maggioranza. Loro sono rientrati dentro l'ufficio e a quel  punto le dimissioni di Capelli sono sparite. Sono cose da vecchi regimi sudamericani. Cose che la dicono lunga su cosa sono disposti a fare pur di rimanere in sella". 

Illegalità, violazione del diritto. Concetti su cui sono tornati spesso i consiglieri di minoranza, non risparmiando le critiche al prefetto di Pavia Paola Mannella per il provvedimento che, decretando chele dimissioni erano solo 12 e non 13, ha salvato sindaco e giunta. "Il prefetto ha scritto una cosa non vera - ha detto Furio Suvilla, di Azione - cioè che sono state protocollate solo 12 dimissioni e non 13. E' falso ed è grave perché è l'assunto su cui si basa  provvedimento: le dimissioni protocollate, numero 83810 del 30 novembre 2022, erano 13, ma non c'era più l'originale di Capelli, nel frattempo scomparso. Lo stesso Capelli, nella lettera inviata al Protocollo racconta di essersi recato all'ufficio all'orario di apertura delle 8.30 per tentare di revocare le dimissioni: gli è stato risposto che era tardi, la documentazione era già stata acquisita. Una sorta di confessione, perché ammette che le sue dimissioni erano state depositate e e acquisite dall'ufficio. Il prefetto, poi, fa riferimento alla Pec inviata da Capelli nella notte, ma la giurisprudenza consolidata stabilisce che i consiglieri comunali non possono dimettersi via Pec, che equivale a una raccomandata e per analogia non possono revocarle con questo mezzo". 

Carlo Santagostino e Silvia Baldina

Critiche ribadite da Carlo Santagostino, del gruppo Pd: "Il fatto che vi sia una fotocopia delle dimissioni sottintende che esiste un originale, non esistono fotocopie del nulla. Il signor Cacadubbi (Capelli,ndr) si è dimesso. Dove sono le sue dimissioni? Faccio una domanda: cui prodest? A chi giova che le dimissioni siano sparite? Rispondete a questa domanda e avrete trovato il ladro. L'atto compiuto dal prefetto è quindi giuridicamente abnorme, che è peggio di illegittimo o illegale, perché fa finta di non vedere qualcosa che esiste. Infastidisce che un funzionario dello Stato si comporti in questo modo".

Santagostino ha aggiunto che la denuncia che lo studio legale ingaggiato, quello dell'ex sindaco di Milano Giuliano Pisapia, presenterà una denuncia per furto, con la richiesta di chiamare a testimoniare tutti i protagonisti di quella mattinata. "Davanti a un giudice o a un ufficiale dei carabinieri forse sentiranno una spinta a dire la verità".

Alla conferenza stampa ha partecipato anche Massimo Boccalari, ex consigliere leghista negli anni 90, ora passato ad Italexit, del quale è diventato coordinatore cittadino e di zona. Boccalari, ex collaboratore di Andrea Sala quando era sindaco, ha anche presieduto Ast e si trova sotto processo insieme all'ex primo cittadino per la bancarotta del consorzio, ritiene di rappresentare "una forza di opposizione a questa amministrazione". "Mercoledì mattina in Comune - ha detto - si sono svolti fatti alla presenza di molte persone: mi aspettavo un invito pressante da parte di Ceffa per far emergere quanto accaduto. Invito io i presenti a raccontare cosa è accaduto quella mattina". 

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