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Il caso

I due testamenti contestati di Franca Rosa Lino di Cilavegna. La chiesa perde in Tribunale la causa civile

Il lascito della donna è di circa sei milioni di euro. Il primo dettagliato era indirizzato a 19 persone tra enti e amici. Il secondo lascia erede universale la parrocchia

Bruno Romani

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bruno.romani@ievve.com

29 Marzo 2023 - 21:52

I due testamenti contestati di Franca Rosa Lino di Cilavegna. La chiesa perde in Tribunale la causa civile

La chiesa parrocchiale di Cilavegna

Il caso dei due testamenti di Franca Rosa Lino, dopo essere finito nelle mani della terza sezione civile del Tribunale di Pavia, ha prodotto una sentenza pubblicata nei giorni scorsi da

La signora, morta nel luglio del 2018 er ain possesso di beni per circa 6 milioni di euro

l presidente Simona Caterbi. Il lascito assegnato temporaneamente alla chiesa parrocchiale di Cilavegna - stabiliscono i giudici - deve passare di mano. Quello valido è il primo, non il secondo olografo e composto solo di poche righe. La donna aveva case e denaro per un valore che si avvicina ai sei milioni di euro. Franca Rosa Lino morì a 95 anni nel luglio del 2018. Si cominciò a parlare di lei durante il primo atto pubblico nel novembre dello stesso anno, quando il Comune di Cilavegna accettò in consiglio comunale 53 pertiche di terreno agricolo. Il testamento, depositato presso il notaio Ligori di Vigevano, molto dettagliato, contemplava lasciti tra case e denaro al De Rodolfi, alla Croce Rossa di Vigevano e di Cilavegna, alla Croce Azzurra, Casa Serena, Caritas, ospedale Civile di Vigevano, convento dei Frati Cappuccini di corso Genova, Lega del Filo d’Oro, familiari e amici. In totale 19 beneficiari. Il testamento era del 16 marzo 2015.

Un mese dopo, il 15 aprile, avrebbe poi firmato un altro documento, che annullava il primo, su carta semplice: «Io Lino Franca Rosa lascio tutto alla parrocchiale chiesa di Cilavegna. In fede». Questo secondo documento è stato consegnato a mano al parroco don Giampaolo Villaraggia dopo la morte della signora Lino e la parrocchia, consiglio pastorale compreso, ne ha preso atto. Poi è stata ordinata una perizia calligrafica, sempre a carico della chiesa, che aveva confermato la veridicità del documento. Ora, però, la sentenza del Tribunale smonta l’intera impalcatura e condanna la parrocchia di Cilavegna a restituire tutto e a rimborsare le spese, circa 70 mila euro.

Il Tribunale ha deciso che il testamento valido era il primo e condannato la parrocchia a restituire tutto e pagare le spese

«Noi abbiamo preso visione della sentenza - afferma il parroco don Villaraggia - e non contestiamo nulla. Dovremo valutare in primo luogo come affrontare queste spese e in secondo se esistono dei margini per un eventuale ricorso in appello. Dovrà deciderlo il consiglio pastorale. Del resto, ribadisco ancora una volta, quella missiva mi è stata recapitata da un signore che ha un nome e un cognome. Non ho potuto far finta di nulla, non sarebbe stato giusto». Ora, però, se il Tribunale civile ha deciso che il documento valido era il primo, sulla base delle varie perizie calligrafiche, anche un possibile appello potrebbe non essere scartato a priori. Nel frattempo la parrocchia ha pagato l’Imu sugli immobili per tutti questi anni e non si capisce ora cosa dovrà succedere. Il Consiglio pastorale deve valutare anche questo non secondario corollario della vicenda.

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