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7 aprile
07 Aprile 2023 - 11:57
Oggi, 7 aprile 2023, il mondo celebra la 75esima Giornata Mondiale della Salute.
Istituita nel 1948 durante la prima Assemblea dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), ha l’obiettivo di promuovere la sensibilizzazione sulla salute e il benessere a livello mondiale. Scopo dell’OMS è infatti il raggiungimento, da parte di tutte le popolazioni, del più alto livello possibile di salute intesa non solo come assenza di malattia o infermità, bensì come uno stato di totale benessere fisico, mentale e sociale.
La celebrazione è un’occasione per ricordare i successi raggiunti in 75 anni di sanità pubblica che hanno migliorato la qualità della vita delle popolazioni in tutto il mondo. Allo stesso tempo, rappresenta un’opportunità per sostenere e promuovere le azioni da intraprendere per affrontare le sfide sanitarie mondiali del nostro presente e del prossimo futuro e raggiungere l'obiettivo più grande, come ricorda il tema della giornata: Health For All.
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Questa linea temporale, pubblicata nel 2023 in occasione del 75° anniversario dell'OMS, serve come promemoria di alcuni dei successi più memorabili e di come questi abbiano contribuito al miglioramento della salute in tutto il mondo. Questi risultati rappresentano anche un'ispirazione per affrontare le sfide sanitarie del futuro.
«La tutela della salute - dice il ministro Orazio Schillaci - è un diritto fondamentale garantito dalla nostra Costituzione e che trova attuazione attraverso il Servizio Sanitario Nazionale fondato sui principi di universalità, uguaglianza ed equità. Non ci sarebbe salute, però, senza l’impegno di tutti i professionisti sanitari e sociosanitari che ogni giorno, con competenza e abnegazione, si prendono cura di noi. Il nostro impegno per la sanità del terzo Millennio guarda alla valorizzazione del capitale umano, al rafforzamento del Servizio Sanitario Nazionale attraverso un’efficace medicina territoriale, al potenziamento della telemedicina e della digitalizzazione e a un forte investimento sulla prevenzione».
Sanità pubblica che andrebbe sostenuta e difesa: oggi è questo uno dei temi dell'agenda politica. Un obiettivo non scontato. Le sfide poste dalla pandemia hanno evidenziato i limiti della sanità pubblica e territoriale. I tempi infiniti per le prenotazioni di prestazioni sanitarie (brevissimi invece nel privato) stanno peggiorando il livello di prevenzione e cura delle malattie. Per questo il Servizio sanitario Nazionale italiano è un patrimonio che non può essere indebolito, perché deve permettere a tutti, a prescindere dalle possibilità economiche, di avere le diagnosi e le cure necessarie.
Hi – Healthcare Insights, l’“Osservatorio Indipendente sull’Accesso alle Cure” di Fondazione The Bridge, ha presentato la scorsa settimana i risultati della ricerca 2022 sulle liste d’attesa per l’erogazione delle prestazioni all’interno di strutture ospedaliere pubbliche e private convenzionate.
QUI LA RICERCA: DA PAGINA 42 I DATI DELLA LOMBARDIA
Il Report dell’Osservatorio Hi contiene un confronto su alcune prestazioni, tra i tempi medi di erogazione da parte delle Regioni (limitatamente alla media delle classi di priorità B e D, le uniche a essere presenti nei dati forniti da tutte le Regioni). Per esempio, su una prima visita ginecologica la Provincia Autonoma di Trento e l’Abruzzo presentano rispettivamente il minor numero di giorni medi di attesa e la più alta percentuale di prestazioni eseguite per tempo; il Molise e la Basilicata, invece, si distinguono in negativo, con rispettivamente il 58% di prestazioni eseguite per tempo e una media di 42 giorni di attesa (su un massimo di 10 giorni per la classe B e 30 giorni per la classe D).
Per una visita oculistica, inoltre, diverse Regioni presentano un forte peggioramento rispetto al 2020: l’Umbria passa da 15 a 33 giorni medi di attesa, la Sardegna da 23 a 56 giorni. Per un elettrocardiogramma a migliorare è la Valle d’Aosta, con 31 giorni medi di attesa, erano 57 nel 2020, mentre peggiora nettamente la Sardegna, che passa da soli 15 giorni medi di attesa a 52 giorni. In materia di ricoveri, ad esempio per un intervento chirurgico per tumore alla mammella, il Report evidenzia come sia Lazio che Umbria abbiano subìto dei peggioramenti rispetto all’anno precedente: il Lazio è passato dal 53,25% al 35,36% di prestazioni eseguite per tempo e l’Umbria da 33 a 38 giorni medi di attesa (su 30 giorni di soglia, previsti dal PNGLA per la classe A).
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