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vigevano
12 Aprile 2023 - 21:00
VIGEVANO - È in dirittura d'arrivo l'approvazione del bilancio preventivo 2023 del Comune di Vigevano, che dovrebbe essere (salvo proroghe) portato in consiglio comunale entro la fine del mese. Anche quest'anno una quadratura dei conti complicata dall'esorbitante conto energetico pagato per gli edifici comunali e alla costante crescita della spesa sociale.
In soccorso al bilancio comunale 2023 arriveranno l’aumento delle rette sui servizi a domanda individuale (+10%), l’adeguamento dell’aliquota Imu (seconda casa, ovviamente) ferma da un decennio al 9,6 per mille e la solita robusta iniezione di cash da parte di Asm. Solo così l’amministrazione comunale riuscirà a tappare la falla da circa 3 milioni di euro causata essenzialmente da due fattori: il rincaro delle bollette energetiche e della spesa sociale (soprattutto in relazione ai costi delle comunità che ospitano minori).
Il sindaco Andrea Ceffa lo aveva annunciato due settimane fa in un’intervista al nostro giornale: quest’anno chiudere il bilancio è un’operazione complicata. «Ma siamo riusciti a farlo senza toccare o ridurre servizi di carattere sociale o culturale», spiega il primo cittadino. Non si toccano ma costeranno di più. Si mette infatti mano alle tariffe, che come si legge nella nota integrativa al bilancio approvato dalla giunta, «erano ferme da diversi anni».
Il sindaco Andrea Ceffa
Quali saranno i servizi che vedranno un aumento del costo a carico dei cittadini? Tutti quelli definiti “a domanda individuale”. E quindi asili nido, mense scolastiche, pre e post scuola, frequenza dell’istituto musicale Costa (attualmente i contributi degli iscritti coprono meno del 27% dei costi), la gestione dei parcheggi, i costi per teatro, musei e ingresso alla Torre civica, la gestione delle sale comunali.
La tassa rifiuti non subirà delle variazioni significative nelle tariffe base, che peraltro sono sostanzialmente stabilite da Arera sulla base del costo del servizio di raccolta e smaltimento (più le spese amministrative). Un costo che continua a essere piuttosto alto, superando gli 11 milioni. «Quest’anno a soffrire saranno le categorie che negli anni della pandemia potevano usufruire di cospicue riduzioni - dice il sindaco - Agevolazioni che, per legge, non è più possibile applicare e quindi ci sarà un impatto, soprattutto sulle attività commerciali e produttive».
La tassa sul patrimonio immobiliare, che - lo ricordiamo - non riguarda le prime case - è al 9,6 per mille da circa un decennio. Sarà effettuato un ritocco che però, al momento, non viene ancora quantificato da Ceffa.
Da viale Petrarca arriverà ancora un intervento finanziario sotto forma di distribuzione straordinaria degli utili. Dalla holding Asm Vigevano Lomellina viene garantito un versamento di 1,5 milioni. Ma la giunta se ne aspetta almeno 2. Ipotizzabile che il mezzo milione di euro mancante possa arrivare da Asm Energia.
Le bollette delle utenze, come tutti i cittadini hanno potuto verificare, sono esplose nel corso dell’ultimo anno e mezzo. Il Comune spende 3 milioni per luce e gas, le voci principali. Quasi il doppio rispetto al pre-crisi pandemica e internazionale. Le spese sociali che riguardano i minori, per le quali molti piccoli comuni sono allo stremo, sono arrivate a circa 2 milioni. «Per quanto riguarda le bollette - afferma Ceffa - contiamo in una riduzione il prossimo anno, dovuto al calo del costo della materia prima e alla possibilità di affidare la gestione del Palasport, che da solo costa quasi 500 mila euro. Insieme ai risparmi sulle accensioni degli impianti e agli interventi di efficientamento dovremmo ridurre i costi. La spesa sociale è esplosa con la pandemia, che ha accentuato la gravità di situazioni familiari complesse».
VERSO UNA PROROGA DEI TERMINI DI APPROVAZIONE?
I bilanci dei Comuni dovrebbero essere approvati entro il 30 aprile. Ma la data non è ancora confermata dal governo, anche perchè Anci e Upi (associazione nazionale dei comuni e delle province) hanno chiesto una proroga dei termini al 31 maggio. Questo a causa della «perdurante incertezza sulla dimensione delle risorse disponibili» oltre alle «difficoltà nella formulazione ed approvazione dei Piani economico finanziari del servizio rifiuti e delle relative tariffe della Tari (tassa rifiuti)».
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