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Servizio "real time" di Areu ancora sospeso per i giornalisti: giovedì un presidio di protesta davanti alla Regione

I cronisti: «Limitazione alla libera informazione». Bertolaso: «Il sito riaprirà dopo le modifiche necessarie»

Ilaria Dainesi

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ilaria.dainesi@ievve.com

18 Aprile 2023 - 10:39

Servizio informativo "real time" di Areu ancora sospeso per i giornalisti: giovedì un presidio di protesta davanti alla Regione

È spento dallo scorso venerdì pomeriggio e non si sa quando e con che modalità verrà ripristinato il servizio "real time" di Areu, che permetteva ai giornalisti accreditati di vedere gli interventi dei mezzi di soccorso nelle province lombarde. L'accesso alla piattaforma è stato bloccato senza alcun preavviso e senza comunicare il motivo. Ieri (lunedì) si è tenuto un incontro per discutere del problema alla presenza dell'assessore al Welfare Guido Bertolaso. Rappresentanti di Associazione Lombarda dei Giornalisti, Gruppo Cronisti Lombardi, Ordine dei Giornalisti della Lombardia e Nazionale, Comitati di redazione e i fiduciari delle testate lombarde hanno parlato di «un errore che mina gravemente il diritto all’informazione dei cittadini lombardi». Giovedì 20 aprile, a mezzogiorno, è in programma un presidio in piazza Città della Lombardia, sotto la sede della Regione, per protestare contro la decisione presa dalla Regione.

La nota di Alg (Associazione Lombarda dei Giornalisti) 

«Guido Bertolaso, assessore al Welfare, durante l’incontro non ha accettato di riaprire il servizio, ma ha parlato di valutare col ministero della Salute e il Garante della Privacy la funzionalità del portale, prima di decidere se e come riaprirlo. Una risposta inaccettabile, che a nostro avviso mostra la volontà di non riaprire. Ci sembra inoltre grave che, in tema di sanità, il primo intervento dei nuovi vertici regionali sia quello di “governare l’informazione” invece di preoccuparsi delle inefficienze della sanità stessa, che ha ben altre urgenze d’intervento.  Il sistema “real time” Areu funziona, non viola regole e non impatta negativamente con nessuna attività di primo soccorso che si svolge sul territorio. Il diritto d’informazione ai cittadini garantito dall’attività dei cronisti non può essere limitato né può essere costretto a tornare – dopo 13 anni di sistema “real time” Areu – a un passato superato. Le nuove tecnologie vedono l’informazione esprimersi sempre più “in diretta” e con nuovi metodologie di diffusione: è inaccettabile che la Regione, invece, scelga di tornare indietro. L'oscuramento ai giornalisti di Areu rappresenta un'ulteriore limitazione alla libera informazione che fa il paio con l’infelice normativa sulla presunzione d’innocenza, conosciuta come Legge Cartabia, che sta limitando gravemente la diffusione di notizie di carattere giudiziario».


La replica di Bertolaso

In una nota di ieri sera, l'assessore al Welfare Guido Bertolaso sostiene che la decisione di oscurare il sito ai giornalisti sia stata presa per riorganizzare il portale, e che lo stop durerà almeno due settimane. «Una decisione – ha dichiarato Bertolaso - maturata dall’esigenza di rimodulare il servizio alla luce dei mutamenti che anche l’informazione ha subito dal 2012, anno in cui è stato attivato. Ho spiegato fin da subito che non c’è mai stata l’intenzione di impedire il diritto di cronaca, pur ricordando che la missione di Areu è quella di prestare soccorso ai cittadini, non altro e che il servizio finora offerto dalla Lombardia rappresenta un unicum nel panorama nazionale. Nessuna Regione è dotata di un simile strumento. Purtroppo  con l’avvento dei siti di informazione online, nei quali troppo spesso lavorano giornalisti  senza il dovuto riconoscimento contrattuale previsto dalla categoria,  oggi abbiamo rilevato che i tempi per elaborare le notizie si sono ridotti drasticamente compromettendo, in taluni casi, di accertare la realtà dei fatti e la completezza dell’informazione. Alla luce di questo, ben cosciente che lo strumento realizzato da Areu è di grande rilevanza per tutti i media della Lombardia, ho semplicemente chiesto ai miei interlocutori di attendere due settimane per poter mettere a loro disposizione un servizio più coerente con tutto il sistema dell’emergenza, dal soccorso sul posto fino alla presa in carico nei pronto soccorso, proprio per fornire una comunicazione più attendibile ed esaustiva. Non solo, li ho anche informati che ne avrei parlato nei prossimi giorni con il Ministro della Salute Orazio Schillaci, verificando la possibilità di estendere il servizio offerto da Areu in tutto il territorio nazionale. Proprio per la necessità di effettuare le modifiche che rendono inaccessibile momentaneamente il portale ho anche informato i rappresentanti dell’Ordine e dei sindacati dei cronisti di aver dato mandato ad Areu di riservare nel frattempo delle linee telefoniche dedicate per consentire ai giornalisti di accedere comunque alle informazioni dei soccorsi effettuati. Alla luce di tanta disponibilità, riconosciutami anche dai partecipanti alla riunione di questa mattina, resto sconcertato nel leggere il comunicato da loro appena diffuso che riporta dichiarazioni assolutamente false come quella che avrei dovuto "fare valutazioni con il Ministro della Salute e con il Garante della Privacy, prima di decidere se e come riaprirlo", omettendo completamente la mia intenzione di riaprire il portale una volta completate le modifiche necessarie. A questo punto mi domando se questo sia il diritto di cronaca, quello vero, al quale si appellano i miei interlocutori. Anche perché leggere che quello in questione sarebbe ‘il primo intervento dei nuovi vertici regionali in tema di sanità’, oltre che menzognero, dimostra come il tono del confronto stia, purtroppo, assumendo caratteri che nulla hanno a che fare con il diritto di cronaca».

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