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Medici di base, in Lomellina 25 posti scoperti

E gli aspiranti all'inserimento, oltre a essere solo 13 in tutta la provincia hanno quasi tutti chiesto sedi nel Pavese e nell'Oltrepò

Claudio Bressani

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claudio.bressani@ievve.com

11 Maggio 2023 - 17:40

Medici di base, in Lomellina 25 posti scoperti

VIGEVANO – Nonostante le misure introdotte negli ultimi mesi, resta pesantissima la situazione dei medici di base in provincia di Pavia: ci sono 54 posti scoperti su 381, il 14,2%. La carenza si concentra soprattutto in Lomellina, dove ne mancano 25, a fronte dei 15 del Pavese e dei 14 dell’Oltrepò. E così chi ha il medico che è andato o sta per andare in pensione rischia di fare molta fatica a trovarne un altro.

A preoccupare è anche il fatto che nessuno o quasi vuole venire qui. L’Ats ha approvato nei giorni scorsi la graduatoria: le domande sono appena 13, di cui 6 aspiranti al trasferimento e 7 all’inserimento, dunque più di 40 posti resteranno comunque scoperti. Degli altri, 11 hanno scelto ambiti territoriali del Pavese o dell’Oltrepo, nessuno ha indicato espressamente la Lomellina, mentre 2 hanno espresso generica disponibilità per «tutti gli ambiti».

La situazione va peggiorando anno dopo anno e non riguarda certo solo queste zone: in Lombardia sono scoperti ben 1272 posti di medico di base. Solo nel 2019 in provincia di Pavia gli ambiti carenti erano appena 15 (di cui 10 in Lomellina e 3 a Vigevano), poi il numero è esploso: 22 nel 2020, saliti a 45 l’anno dopo e a 65 nel 2022. Ora c’è una lieve riduzione grazie ad alcuni interventi correttivi messi in atto negli ultimi tempi: come negli ospedali con gli specializzandi, è stato autorizzato l’inserimento dei medici che ancora stanno frequentando il corso di formazione specifica, con limite di mille pazienti, ed è stato consentito a richiesta di restare in servizio anche oltre i 70 anni e fino ai 72.

Misure che hanno limitato l’emorragia senza risolvere il problema. In provincia di Pavia risultano scoperte anche 2.496 ore di guardia medica e un posto di pediatria di libera scelta, nell’ambito che fa capo a Garlasco. Ma qui non ci saranno problemi a coprirlo: ci sono 13 domande. Attualmente in provincia sono in servizio 315 medici di medicina generale con incarico a tempo indeterminato più 12 con incarico provvisorio, disposto nei soli casi in cui, per le ridotte dimensioni dell’ambito e la forte scopertura, in mancanza verrebbe meno la possibilità di scelta.

In questi casi potrebbe essere utile la soluzione adottata altrove di ridurre il numero degli ambiti e aumentarne la dimensione? Il settore sta attraversando una fase di transizione che si concluderà il 1° ottobre con il passaggio completo da Ats ad Asst, dove per ora non si sono posti il problema di modificare la geografia degli ambiti. Stanno concentrandosi sull’applicazione della riforma, con l’istituzione dei 5 distretti, ognuno con almeno una Casa della comunità. E ad ogni Cdc afferirà almeno un’Aft, l’Aggregazione funzionale territoriale che rappresenta lo strumento di organizzazione dei medici di base sul territorio.

IL PRESIDENTE DELL'ASSOCIAZIONE MEDICI DI FAMIGLIA 

Il dottor Giorgio Rubino

Sono 38 i medici di base oggi in servizio nell’ambito di Vigevano, mentre 8 posti sono scoperti. Ma la situazione è destinata presto a peggiorare: una decina sono vicini alla pensione e lasceranno in un paio d’anni, tra i quali lo stesso Giorgio Rubino  presidente di Amf, l’associazione dei medici di famiglia. «Per la possibilità di scelta – dice – essendo un ambito grande Vigevano tiene ancora bene, ci sono posti liberi. Ha contribuito a tamponare la situazione l’ingresso di quattro colleghi che stanno ancora frequentando il corso di formazione, con limite di mille assistiti. Altrove invece ci sono grossi problemi, a Mortara e in diversi piccoli ambiti lomellini. Il nostro lavoro è poco attrattivo: la borsa durante la formazione è la metà delle altre specialità, abbiamo orari pesanti e un sovraccarico di burocrazia. Qualcosa si sta facendo, ma i tempi sono lunghi perché non si è fatto nulla per 10-15 anni. La telemedicina potrà dare una mano. Le Case di comunità? Serviranno a poco se non ci metteranno personale aggiuntivo».

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