Resta aggiornato
Cerca
13 Maggio 2023 - 11:21
Il bellissimo (e raro) Ragno-Coccinella
Sono specie sconosciute e minacciate, ma fondamentali. Ragno Coccinella (Eresus kollari), Lichene delle renne (Cladonia portentosa), Panico bianco (Corynephorus canescens): nomi evocativi, che rimandano a una cultura con uno stretto rapporto con il territorio.
Un Lichene delle renne
Specie oggi a rischio o in via di estinzione, che popolano un habitat dal nome poco noto, “Corineforeti” (H2330), ma che identifica un paesaggio molto familiare, i dossi sabbiosi della Lomellina. Anche i corineforeti, oltre a brughiere (H4030) e praterie aride (H6210), sono tra gli habitat oggetto degli interventi di restauro che il progetto “LIFE Drylands” dell’Università di Pavia sta portando avanti dal 2019 in otto siti “Natura 2000” in Piemonte e Lombardia, con l’obiettivo di ripristinare gli habitat delle zone aride a rischio e produrre linee guida per la loro conservazione e futura gestione. Nell’Habitat 2330 in particolare, presente su dossi sabbiosi (in Lomellina) e su depositi sabbioso-ciottolosi fluvio-glaciali (nei siti Ansa di Castelnovate e Valle del Ticino), si trovano specie erbacee tra cui Corynephorus canescens, Rumex acetosella, Teesdalia nudicaulis, Filago minima, tipiche croste biologiche del suolo ricche di licheni terricoli appartenenti perlopiù al genere Cladonia, tra cui la rarissima Cladonia portentosa (“Lichene delle renne”), e numerose specie animali tra cui l’Eresus kollari o Ragno Coccinella, in via di estinzione.
Panico bianco
I dossi o sabbioni di Lomellina sono quasi del tutto scomparsi, spianati per fare posto a zone agricole. "Le Drylands (zone aride)
– comunicano dall’università di Pavia – sono poco note al grande pubblico: non adatte alle attività agricole, spesso sono abbandonate oppure, se tutelate, restano fuori dai canonici percorsi di trekking. Occorre quindi sensibilizzare il pubblico riguardo alla necessità di tutelarne la biodiversità. Si tratta di habitat fortemente degradati, sia per la perdita e la frammentazione dovute alle attività antropiche, sia per l’incuria e l’inquinamento, e molte delle specie vegetali e animali sono a rischio". Un habitat impoverito è un rischio per il territorio, che diventa più vulnerabile a eventi estremi (bombe d’acqua, ondate di calore, inondazioni, diffusione di patogeni). È quindi fondamentale ripristinarlo, per evitare gravi rischi per la salute di piante, animali e anche dell’uomo. Il 2023 sarà dedicato in modo particolare al monitoraggio nei siti di progetto. In inverno si sono concluse tutte le azioni di restauro degli habitat: sfalci delle erbacee, tagli delle specie legnose, rimaneggiamenti del substrato, messa a dimora delle specie erbacee tipiche. I dati raccolti saranno confrontati con quelli del monitoraggio effettuato prima degli interventi, che hanno permesso di rilevare complessivamente nell’habitat 69 specie vascolari, 8 specie di licheni, 6 specie di muschi, 7 specie di Carabidi, 13 specie di farfalle.
Corineforeti
IL PROGETTO
“LIFE Drylands” è un progetto ideato e condotto dall’Università di Pavia (Dipartimento di Scienze della Terra e dell’Ambiente), sotto la direzione scientifica di Silvia Assini, che ha l’obiettivo di ripristinare gli habitat delle zone aride a rischio e produrre linee guida per la loro conservazione e futura gestione.
La professoressa Silvia Assini
Il progetto, finanziato dall’Unione Europea e cofinanziato da Fondazione Cariplo, è attuato assieme a una rete di partner che comprende la Rete degli Orti Botanici della Lombardia, l’Università di Bologna e diversi enti parco: Parco Lombardo della Valle del Ticino, Ente di gestione delle Aree protette del Po vercellese-alessandrino, Ente di Gestione delle Aree protette del Ticino e del Lago Maggiore). Le aree di intervento si trovano in Lombardia e Piemonte, in un ambito territoriale che intercetta i fiumi Sesia, Ticino e Po, in 8 siti Natura 2000, la rete ecologica europea che tutela gli habitat naturali a rischio. Quando si parla di ”drylands” si usano spesso espressioni - quali zona arida, vegetazione secca, terreno acido, suolo crostoso... - che sembrano descrivere un ambiente inospitale, ma in realtà raccontano una natura molto ricca e interessante. Per riportare equilibrio in un habitat degradato e minacciato, migliorandone lo stato di conservazione, non basta preservare la biodiversità esistente, occorre accrescerla eliminando/contenendo le specie invasive e, se occorre, mettendo a dimora le specie native, in modo da riportare l’habitat alle condizioni ottimali. Ecco perché si dice «restaurare l’habitat». Il termine “restauro” è infatti alla base della genesi del progetto “LIFE Drylands”.
Il dipartimento di Scienze della Terra e dell’Ambiente si trova in via Ferrata 9, a Pavia
L’Informatore Vigevanese - via Trento 42/b 27029 - Vigevano (PV)
Tel. 0381.69711 - informatore@ievve.com
Copyright(©) 2012-2024 Ievve S.r.l.
TUTTI I DIRITTI SONO RISERVATI. NESSUNA RIPRODUZIONE PERMESSA SENZA AUTORIZZAZIONE
Powered by Miles 33