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L'appello

La Croce rossa di Mortara chiede aiuto ai cittadini e alle istituzioni. «Siamo a rischio sopravvivenza»

Il grido d'allarme arriva dal presidente del Comitato locale, Umberto Fosterni

Bruno Romani

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bruno.romani@ievve.com

13 Giugno 2023 - 21:34

La Croce rossa di Mortara chiede aiuto ai cittadini e alle istituzioni. «Siamo a rischio sopravvivenza»

Il gruppo dei volontari della Croce rossa di Mortara

La Croce Rossa italiana, Comitato di Mortara lancia un accorato appello a cittadini, istituzioni, attività economiche per avere un aiuto. Tre bilanci in perdita, l’ultimo approvato una decina di giorni fa, conferma che la situazione è davvero grave. Un Comitato che nel 2022 ha svolto 7730 viaggi fra unità mobile di soccorso, 118, rianimazioni, viaggi in doblò o auto e 3.043 fino al 31 maggio 2023. «La situazione economica del nostro Comitato non è buona – afferma Umberto Fosterni, presidente CRI Mortara oggi, martedì 13 giugno – nonostante il grande lavoro dei dipendenti e volontari attivi che ringrazio. Prima abbiamo perso una parte del nostro fatturato (circa 120 mila euro) quando i viaggi ASST sono passati ad una cooperativa. Poi è arrivato il Covid che, nel solo 2020, ci ha costretto a spendere 92 mila euro di Dpi (mascherine, tute speciali, calzari) necessari per garantire la sicurezza di dipendenti e volontari per poter rispondere alle esigenze del territorio. Anche in quel buio periodo non abbiamo abbassato la guardia, abbiamo continuato a lavorare stringendo i denti, nonostante l’immenso pericolo. Ma ad un costo economico altissimo. Abbiamo ripreso i servizi per gli ospedali, ma la loro remunerazione è bassa, in grado, a malapena, a coprire il costo di un dipendente. E spesso ce ne sono due. I volontari attivi sono sempre meno, si va in pensione sempre più tardi. E gran parte die servizi sono la mattina in settimana quando la gente lavora e i giovani sono a scuola. Il servizio AREU 118 ci rimborsa solo una parte delle spese dei dipendenti (8 su 12). Sono tre anni che chiudiamo i bilanci in perdita da 50 a 32 mila euro l’anno. Così non possiamo più andare avanti».

Da AREU (118) ogni anno la CRI Mortara riceve 400 mila euro, ma solo in stipendi ne spende 433 mila e questo fa capire la grave situazione. Senza considerare gli oltre 53 mila euro di carburanti, 14 mila euro di ossigeno e materiale sanitario, gli 11 mila euro delle assicurazioni mezzi, oltre 19 mila euro di energia elettrica, 14 mila per il riscaldamento, 40 mila per la manutenzione e tagliandi dei mezzi, 10.500 euro di vestiario, 67 mila euro di ammortamenti e 83 mila euro per la nuova ambulanza in servizio dalla fine di aprile 2023. Le entrate arrivano principalmente da AREU (118) per 399.999 euro, 24 mila per trasporto dialisi, 9 mila dalla reperibilità rianimazione, 12 mila da viaggi secondari. Contributi da aziende per 16 mila euro, oblazioni per 12 mila. In totale si registrano entrate per 741 mila (2.030 euro al giorno) e uscite per 772 mila (2.115 euro al giorno) con un disavanzo di 31 mila euro nel solo 2022. Situazione simile nel 2021, mentre ancora peggio nel 2020.

La sede del Comitato di Mortara della Croce Rossa in viale Capettini

«In tre anni – prosegue Umberto Fosterni a nome dell’intero Consiglio direttivo – abbiamo perso oltre 110 mila euro e non possiamo proseguire così. Se non si pone rimedio ci saranno problemi a pagare gli stipendi. Abbiamo limato ogni costo, ma oltre non si può andare. Per questo lancio l’appello a tutti… Salviamo la Croce Rossa mortarese! È interesse delle istituzioni, Comuni, aziende e cittadini avere una sede in città. Noi svolgiamo servizio 118, servizi dialisi e tra ospedali, viaggi di privati (visite e dimissioni) che se non potessimo più svolgere verrebbe qualcuno da fuori con costi maggiori e tempi allungati. Anche la distribuzione viveri a oltre 650 persone dovrebbe essere a carico di altri, dei Comuni e principalmente su quello di Mortara. Abbiamo almeno 13 mila euro di viaggi non pagati (esattamente 13.543 euro), ma noi dobbiamo metterci il costo del carburante e del dipendente con una perdita aggiuntiva consistente. Come ritardi nei pagamenti. È nell’interesse di tutti aiutarci». Come? «Chiediamo ai Comuni della nostra zona di sostenerci con contributi, ai cittadini di diventare soci (basta pagare una tessera annuale di 20 euro) e alle aziende del territorio di aiutarci per le spese. Poi siamo aperti a ogni iniziativa, ma combattiamo insieme questa battaglia. È nell’interesse di tutti». Poi aggiunge un appello. «Oltre ai soldi che servono – continua Umberto Fosterni – abbiamo bisogno di volontari. Di gente che possa dedicare un po’ di tempo. Non è obbligatorio salire sulle ambulanze, ci sono servizi in auto come quello per i dializzati o visite, ma va bene anche al centralino, alla distribuzione viveri. Tutti sono ben accetti. La presenza dei volontari riduce i costi. Anche se loro hanno costi, non di stipendio, ma di divisa. Una divisa completa costa oltre 300 euro. Purtroppo non serve solo raggiungere il pareggio di bilancio, che sarebbe il primo obiettivo, dovremmo registrare un avanzo (utile) di almeno 30 mila euro l’anno da utilizzare per sostituire le ambulanze (costo circa 80 mila euro) e auto per trasporto disabili (costo 35 mila euro). I nostri mezzi hanno tanti chilometri, ma non abbiamo la possibilità economica di sostituirli. Contrariamente a quanto molti pensano, i dipendenti li dobbiamo pagare noi come qualsiasi spesa. Roma non dà nulla. Ogni sede CRI è autonoma e deve vivere della propria attività. A dire la verità non riceviamo quasi contributi neanche dai Comuni. Quanto ci danno è solo a fronte di nostri servizi rendicontati. Quindi come qualsiasi cliente. Non ci regala nulla quasi nessuno. Ci avete definiti eroi (e non lo siamo) durante la pandemia, vi abbiamo aiutati, ora abbiamo noi bisogno di tutti voi per poter sopravvivere e continuare a fornire, onorevolmente, un servizio alla nostra popolazione».

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