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MORTARA, RAPPORTI TESI COMUNE-COMITATO
14 Settembre 2023 - 11:30
L'assessore Laura Gardella e il presidente del Comitato sagra Fabio Rubini
L’avvicinarsi della sagra del salame d'oca, in programma domenica 24, non stempera affatto gli animi in quella che sta assumendo i tratti di una guerra tra Comitato organizzatore e Comune, con il primo (da oltre mezzo secolo “titolare” della manifestazione) che ritiene di essere sempre più esautorato dal secondo e minaccia le vie legali: «Abbiamo già messo in moto l’avvocato». E lo stesso ha fatto il Comune, rivolgendosi allo studio Adavastro di Pavia con una spesa di 5836 euro.
Lo scopo è l’affidamento di un incarico professionale di consulenza, dal momento che «si sono manifestate alcune problematiche afferenti l’organizzazione della sagra che necessitano di approfondimenti tecnico-giuridici». «Se mi fai scrivere dall’avvocato – taglia corto il vice sindaco e assessore alla sagra Laura Gardella per spiegare la mossa – io mi muovo di conseguenza».
Il nodo principale riguarda gli spazi che il Comune ha sempre messo a disposizione del Comitato, il quale poi li concedeva a operatori commerciali per allestire banchetti o esposizioni di concessionari d’auto, da cui ricavava le risorse per finanziare la manifestazione. Gardella ha comunicato che da quest’anno non sarà più così: il plateatico è del Comune e al Comune devono rivolgersi direttamente gli espositori interessati.
Ieri, mercoledì, dal Comitato sagra è partita una lettera-ultimatum indirizzata al Comune: come da accordi verbali con voi, si dice in sostanza, abbiamo già firmato contratti con una serie di espositori: e ora cosa facciamo? Inutile dire che l'amministrazione non intende fare retromarcia.
In serata si è poi riunita l’assemblea del comitato per decidere il da farsi. Senza spazi, e dunque senza incassi, con ogni probabilità rinuncerà a organizzare la mostra del palmipede, un appuntamento tradizionale della sagra fin dalle prime edizioni, che costerebbe circa 10 mila euro, o al massimo ripiegherà su una versione-mignon, con solo una manciata di oche in poche gabbie. In passato la mostra beneficiava di un finanziamento dell’Ersaf, l’Ente regionale per i servizi all’agricoltura e le foreste, che dal Covid in poi non viene più concesso.
A forte rischio anche i Tripas di venerdì 22 per la stessa ragione economica. Il Comitato non vuole chiudere i conti in perdita, anche perché lo statuto stabilisce che dovrebbe essere ripianata in parti uguali da tutti i soci, una trentina.
«Io non sono per lo scontro a tutti i costi – è l’unica dichiarazione che arriva dal presidente del Comitato, Fabio Rubini – ma è chiaro che, di fronte a una chiusura totale, non staremo lì a subire in silenzio».
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