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La politica
25 Settembre 2023 - 17:57
I vigili del fuoco in azione per lo spegnimento del rogo
Il consigliere comunale di Rifondazione comunista Giuseppe Abbà, ex sindaco di Mortara, ha sempre lottato, anche con presidi realizzati in loco, per tenere alta l'attenzione sul cumulo di rifiuti combusti rimasti in via Fermi a Mortara dopo il maxi incendio del 6 settembre 2017 ndell'area ex Eredi Bertè. «Il fatto che la magistratura, con il giudizio di primo grado, attraverso la condanna di Vincenzo Bertè, abbia accertato che l'incendio è stato doloso è un primo importante passo. Come Partito della Rifondazione Comunista che, ogni anno, compreso l'ultimo 6 settembre (anniversario dell'incendio) abbiamo tenuta desta l'attenzione su questo problema, vogliamo ribadire alcuni punti essenziali».
Il consigliere comunale di Rifondazione comunista Giuseppe Abbà
Il primo elemento sottolineato dal consigliere comunista è quello dei controlli: «La montagna dei rifiuti nell'area Bertè continuava a crescere molto al di sopra delle autorizzazioni. Era una situazione molto visibile, tanto è vero che erano in atto proteste tra gli abitanti della zona. Però nessuno intervenne - sottolinea Abbà - men che meno l'amministrazione leghista dell'epoca».
Il Prc ha sempre sostenuto che l'ex sindaco Marco Facchinotti avrebbe comunque dovuto chiedere controlli, anche se questi «non spettavano al Comune». Secondo Abbà il sindaco «è, pur sempre, la prima autorità sanitaria della città». «Oltretutto - prosegue - anche dopo l'incendio, l'amministrazione comunale di Mortara affidò incarichi (scarrabile al cimitero) ad uno dei soci di Bertè. Parimenti anche la Provincia e la Regione Lombardia per la politica complessiva dei rifiuti hanno gravi responsabilità in merito».
L'altro elemento che Abbà e il suo partito intendono sottolineare è quello dei “costi della bonifica”. «Se e quando avverrà (sono già passati ben 6 anni!) non dovrebbe ricadere sulle spalle dei cittadini, ma dei responsabili». Infine il Prc continua a insistere sul fatto che «la filiera dei rifiuti deve essere interamente in mano pubblica in modo tale che non sia possibile che soggetti privati facciano profitti a danno dell'ambiente e della salute dei cittadini». «Invece, c'è stata un' azione per demolire il Clir a vantaggio di privati». Il Comunicato di Abbà conclude sul fatto che «la Lomellina "ha già dato" sin troppo in questa direzione (i fanghi, la "collina dei rifiuti" di Albonese, l'inceneritore e altro). La moratoria deve servire per iniziare un nuovo tipo di intervento per il recupero del territorio».
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