Resta aggiornato
Cerca
giovedì mattina in consiglio comunale
05 Ottobre 2023 - 18:47
La seduta è stata convocata giovedì mattina all'interno del salone Litta, a Gambolò
Una seduta infuocata, l'ennesima. Il consiglio comunale convocato giovedì mattina a Gambolò si è concluso con due consigliere uscite dall'aula e senza che venisse votato nemmeno uno dei punti all'ordine del giorno. In discussione c'erano mozioni e interpellanze, queste ultime rimandate alla prossima seduta perché la consigliera di opposizione Elena Nai, che le aveva presentate, era assente giustificata. A dare battaglia è stata l'esponente di Forza Italia Helena Bologna del Gruppo Misto, che in apertura alla seduta ha annunciato di voler ritirare la mozione con cui si chiedeva all'amministrazione di mettere a disposizione gli spazi dell'auditorium per un progetto teatrale contro la violenza di genere, “Io rEsisto!”, ideato dalla docente Evelyn Pezzella, insegnante all'Ic "Robecchi". Il progetto non è stato discusso nel merito, ma di fatto ha rappresentato solo il pretesto per lo scontro delle parti.
«Nei giorni scorsi sono stata contattata dalla vicesindaca – ha detto la consigliera Bologna – che mi ha chiesto di ritirare il simbolo di Forza Italia dalla mozione. Mi sono confrontata con il mio partito, e queste parole ci sono parse un'imposizione, non sono piaciute. Non ci sta bene che il simbolo della nostra appartenenza politica venga tolto dal progetto». Ma l'intervento della consigliera Bologna – formalmente ancora in maggioranza, ma da mesi ormai protagonista di una serie di prese di posizioni critiche nei confronti del gruppo di governo della città – è proseguito anche dopo. «Credo che il livello raggiunto sia ormai davvero basso – ha poi aggiunto Bologna – Non ci si può più esprimere, è una farsa. Tutte le nostre proposte vengono respinte. Chiedo al sindaco e a tutta l'amministrazione di dimettersi. Se non si può collaborare, andiamo tutti a casa».
La replica della vicesindaca Anna Preceruti (Lega) è stata durissima: «Mi piace la parola che ha usato la consigliera Bologna. Farsa. Perché stiamo parlando di un fenomeno, la violenza contro le donne, che è di tutti, trasversale. Un fenomeno che pensiamo non debba avere alcuna connotazione politica, né religiosa, né altro – ha detto la vicesindaca in aula – L'insegnante Pezzella ci ha inviato una lettera (che è stata letta durante la seduta, ndr). La docente ribadisce che il progetto non deve essere connotato da alcun contorno politico. E chiede di lasciare sulle scrivanie i vari simboli politici. Non vedo perché questa mozione debba avere il simbolo di Forza Italia, visto che in tutte le altre mozioni presentate dalla consigliera Bologna non c'è il cappello del partito».
Dopo alcuni scambi tra la consigliera Bologna e la vicesindaca Preceruti, è intervenuto il sindaco. «Basta, non si può continuare così – ha detto il primo cittadino di Gambolò Antonio Costantino – Mi aspettavo una mozione senza inflessioni politiche, e francamente anche l'unanimità del consiglio. C'era la più ampia apertura, perché questa avrebbe dovuto essere una mozione che abbracciava tutti. Il progetto teatrale comunque mi sembra meritevole, e chiederemo a chi lo ha concepito tempi e modi per poterlo realizzare. Quanto alle precedenti mozioni della consigliera Bologna sono state respinte perché strampalate, fatte a tavolino con la penna intinta nel veleno– sono state le parole del primo cittadino – Richieste che in più di un caso avrebbero bloccato il lavoro dell'amministrazione, mettendo in difficoltà anche gli uffici comunali».
A quel punto la consigliera Bologna ha preso la parola e, invocando un «atto di ribellione», ha abbandonato l'aula, e lo stesso ha fatto la consigliera Mara Fabrini. Ora resta da capire, nella prossima seduta, se le consigliere del Gruppo Misto si siederanno ancora tra i banchi della maggioranza o se passeranno all'opposizione (la consigliera Fabrini è già stata all'opposizione, in quanto era stata eletta con la lista "Gambolò Obbiettivo Comune", della candidata sindaca Elena Nai).
LA QUESTIONE DEGLI ORARI DI CONVOCAZIONE DEI CONSIGLI COMUNALI
I lavori del consiglio sono di fatto terminati, ma i presenti si sono fermati ancora alcuni minuti. Il sindaco ha chiesto all'unica esponente della minoranza presente oggi, la consigliera Alessandra Zerbi (SìAmo Gambolò), di valutare con più accuratezza la richiesta di una convocazione urgente del consiglio, in base alle questioni contenute nelle interpellanze e nelle mozioni presentate. La consigliera Zerbi ha invece fatto notare come le modalità di convocazione delle sedute, in particolare gli orari scelti (oggi alle 10 di mattina), rappresentino un ostacolo alla partecipazione. «Un consigliere non deve essere messo alle strette – ha detto Zerbi –, se scegliere tra il lavoro o l'esercizio delle proprie funzioni. È una questione di rispetto del sistema democratico. La verità è che si fa proprio fatica a venire ai consigli».
Il sindaco, pur ribadendo che le convocazioni vengono fatte «in punta di regolamento» e in orari che consentono alla maggioranza di essere presenti e di poter portare avanti il programma, ha aperto alla possibilità di rivedere alcune modalità. «Cercheremo di venire incontro alle esigenze, apprezzo il clima di collaborazione – ha detto Costantino – E ribadisco come, su problemi che riguardano tutti, ci possa benissimo essere unità d'intenti, nelle reciproche differenze politiche».
L’Informatore Vigevanese - via Trento 42/b 27029 - Vigevano (PV)
Tel. 0381.69711 - informatore@ievve.com
Copyright(©) 2012-2024 Ievve S.r.l.
TUTTI I DIRITTI SONO RISERVATI. NESSUNA RIPRODUZIONE PERMESSA SENZA AUTORIZZAZIONE
Powered by Miles 33