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Il personaggio

«Tra Israele e Gaza è necessaria la pace»

Il generale Franco Bacchella ha comandato il contingente italiano dell’Onu a Naqoura in Libano, al confine di Israele, dove un mese fa è caduto un razzo. Oggi è in pensione e abita a Mortara

Bruno Romani

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bruno.romani@ievve.com

18 Novembre 2023 - 10:00

«Tra Israele e Gaza è necessaria la pace»

Il contingente italiano nella base Onu di Naqoura nel 1998

Ha vissuto nella base libanese Onu di Naqoura quando, con i gradi di tenente colonnello, nel 1998 era stato il comandante dello squadrone di elicotteri italiani nell’ambito della missione Unifil, creata dopo la risoluzione Onu del 1978. A giudicare i fatti di oggi è il generale dell’esercito Franco Bacchella, residente a Mortara. In quell’area l’allarme per la guerra in corso è tutti i giorni altissimo. Un mese fa a Naqoura un razzo ha colpito il quartier generale del contingente. Per fortuna senza alcun ferito. «Ho ancora molti amici in Libano - afferma il militare - Tutti auspicano la ricerca della pace».

Il generale Franco Bacchella

Il generale Franco Bacchella è stato in Libano per tre missioni successive essendo un pilota di elicotteri dell’Aviazione dell’Esercito. A Naqoura c’è una base Onu che oggi conta più di 14mila uomini. Una Blue Line, come previsto, divide il Libano da Israele, Siria e Alture del Golan. Nell’attuale contingente sono dislocati, su quei territori, militari provenienti da ogni Paese del mondo. L’Italia a turno comanda anche l’intero contingente e in forma permanente guida i propri militari in missione. Il generale Bacchella è stato in un primo tempo (93-94) responsabile del collegamento aereo di Unifil con il Libano, poi nel 97-98 comandante del contingente italiano, quindi nel 1999 e 2000 il rappresentante Unifil di collegamento con il Governo libanese.

Il razzo su Naquora potrebbe non essere stato una vera minaccia, ma un errore. Non è stato possibile determinare da dove sia stato lanciato l’ordigno bellico che ha colpito l’interno della base a ridosso della Linea Blu di demarcazione con Israele. E nessuno per fortuna è stato ferito.

«La situazione di un tempo - commenta ancora Bacchella - è notevolmente cambiata. Il contingente si è notevolmente irrobustito passando da 6.500 uomini a più di 14mila. È un presidio di straordinaria importanza in quella zona che è sempre stata molto difficile. Anche se il contingente Unifil non è coinvolto, è stato comunque colpito in una forma che non è stato possibile decifrare almeno per noi, che siamo fuori dai giochi di quella parte incandescente del mondo. Quel che si poteva dire allora, ma ancora maggiormente oggi, è che la zona del Sud del Libano occupata dai militari Onu è diventata “ricca” ovviamente detto tra virgolette, grazie agli insediamenti militari presenti. Sono uomini che vivono in quei luoghi e trasferiscono commercio e benessere». Poi, però, c’è stato l’attacco di Hamas a Israele. «Non entro nel dettaglio di un’operazione in corso. Quello che posso dire è una mia impressione. La situazione sembra sfuggita di mano. Non c’è nessuna nazione al mondo che oggi ha interesse a proseguire in una lunga guerra. Mi spingerei a dire, neppure l’Iran o la Russia. Meno che meno gli Occidentali. Che ci siano i sotterranei e le basi di Hamas sotto gli ospedali e gli asili è un fatto noto fin da allora, quando ho vissuto in quel pezzo travagliato di mondo. Sono convinto che la geopolitica internazionale sia in cerca di una soluzione che consenta di superare questo momento, che mi sembra non convenga a nessuno». Il generale Bacchella, nella sua ultima missione all’estero, è stato in Afghanistan a Kabul con il grado di colonnello.

 

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