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vigevano
18 Dicembre 2023 - 08:07
Mentre Natale si annuncia con lo sgradito dono ai cittadini di cartelle Imu ben più pesanti rispetto a quelle della prima rata (alcuni hanno pagato l’acconto di giugno con l’aliquota vecchia), è tempo di pensare a quale sarà la politica fiscale del Comune di Vigevano nel 2024. La situazione, rispetto allo scorso anno, non è particolarmente migliorata: le bollette del gas non sono diminuite, ma in compenso vanno meglio quelle dell’energia elettrica. L’altro grande macigno che pesa sulle finanze municipali è quello delle spese sociali: la Rsa De Rodolfi e i servizi connessi nel 2023 sono costati alla collettività 800 mila euro in più rispetto agli anni precedenti mentre la spesa per le rette delle comunità per i minori rimane milionaria. All’interno di questo quadro ci si troverà tra Natale e Capodanno ad approvare, come da nuova normativa statale, il bilancio 2024 entro la fine del 2023. Di fatto un bilancio al buio, compilato dalla dirigente dei servizi finanziari sulla base dei conti a disposizione e che non conterrà alcuna scelta politica, nè di carattere fiscale nè di programmazione.
Il bilancio “vero” sarà composto dalle variazioni che verranno via via presentate da gennaio a marzo, i mesi in cui prenderà forma il buco da coprire quest’anno. Nel 2023 mancavano 2-3 milioni di euro e la toppa l’ha messa soprattutto la contribuzione di Asm Vigevano Lomellina che ha versato nelle casse comunali quasi 1,5 milioni di euro sotto forma di dividendi straordinari. Quest’anno, invece, dal forziere di viale Petrarca potrà arrivare qualcosa, ma si tratterà di importi ben più contenuti, probabilmente non oltre 500 mila euro. L’altra leva utilizzata nello scorso bilancio dalla giunta Ceffa e dalla maggioranza di centrodestra fu quella fiscale, con un incremento lieve della Tari (5%) e la mazzata sulle rette dei servizi a domanda individuale (rette asili, mense scolastiche, ecc), aumentati del 10% e con l’aliquota Imu portata al massimo possibile, il 10,6 per mille dopo diversi anni in cui l’imposta è rimasta bloccata un punto sotto, al 9,6 per mille.
Nel corso del consiglio comunale dell’aprile scorso la maggioranza aveva chiesto formalmente al sindaco Andrea Ceffa un impegno a ridurre l’aliquota Imu nel 2024 e riportarla ai livelli passati. Il sindaco disse sì, anche perché, aggiunse «la riteniamo una tassa iniqua e aumentarla è per noi molto antipatico». Come andrà questo altr'anno? Il sindaco riuscirà a ridurre la “tassa antipatica”? «Siamo convinti - risponde il primo cittadino - di poter mantenere l’impegno preso in aprile, ma difficilmente saremo in grado di tornare in un colpo solo all’aliquota precedente, cercheremo di farlo gradualmente. Un primo segnale sarà dato senz’altro».
La situazione, conferma il sindaco, non è molto differente rispetto a quella molto critica del 2023, anche se alcuni elementi fanno sperare in positivo. «Sì, a partire dal calo della bolletta elettrica, mentre sul gas dovremmo essere più o meno agli stessi livelli - spiega - Ci aiuterà molto l’abbattimento dei mutui che abbiamo deciso nei mesi scorsi: sarà un risparmio cospicuo rispetto agli interessi passivi che gravavano sulle finanze dell’ente». E poi c’è la bomba ad orologeria della spesa sociale: «Questi costi ci preoccupano tantissimo. Non ci sono solo le comunità per i minori, ma le prestazioni a favore della popolazione anziana, dalla Rsa all’assistenza domiciliare, che hanno subito un’impennata». Per Ceffa e la sua maggioranza si prospetta quindi un altro bilancio lacrime e sangue.
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