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ambiente e agricoltura

Fanghi alla Sforzesca, petizione online contro lo spandimento: pericolo inquinamento falde acquifere

Le associazioni ambientaliste lanciano un appello al Comune perché si opponga all'autorizzazione concessa dalla Provincia

Bruno Ansani

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bruno.ansani@ievve.com

17 Gennaio 2024 - 20:00

Fanghi alla Sforzesca, petizione online contro lo spandimento: pericolo inquinamento falde acquifere

I campi agricoli nei pressi della località Ronchi, alla frazione Sforzesca

VIGEVANO - Ha superato le 700 adesioni la petizione online lanciata dalle associazioni ambientaliste cittadine sullo spandimento di fanghi nella più pregiata campagna lomellina. Il fine della raccolta di firme è quello di «lanciare un appello al Comune di Vigevano perché si opponga all’autorizzazione, così come rilasciata dalla provincia di Pavia (ente decisore unico), allo spandimento di fanghi e similari per un quantitativo di 2.040 tonnellate in 57 ettari di superficie nella zona della Sforzesca in località Ronchi».

Secondo le associazioni (Amici in bici, Italia Nostra, Legambiente, Lipu, Slow Food Vigevano e Lomellina, Sostenibilità Equità Solidarietà, Tisinat, Vigevano Sostenibile, WWF, Comitato Democrazia Costituzionale) «il sito ha una specifica sensibilità legata alla falda affiorante e ad un delicato sistema di acque superficiali, oltre ad essere luogo di grande valore naturalistico e storico/paesaggistico». L’impiego di fanghi, pur rientrando nei limiti di legge, «sottopone a forti rischi un ecosistema complesso, con una possibile ripercussione su tutta la zona valliva e un sicuro impatto sulla fruizione del luogo e delle sue acque».

QUI IL TESTO COMPLETO DELLA PETIZIONE IN FORMATO PDF

Il primo spandimento è avvenuto a novembre e altre dovrebbero essere effettuate il mese prossimo, su un’area agricola che si trova all’interno del Parco del Ticino, ma proprio ai confini con l’Area Naturale. Il Parco del Ticino ha già chiesto ulteriori monitoraggi alla provincia di Pavia. La petizione chiede che «tutti gli Enti del territorio si adoperino affinché l’autorizzazione venga rivista, prevedendo monitoraggi più approfonditi e puntuali e che, oltre i parametri di legge, si tenga in considerazione il principio di precauzione per la salute dei cittadini, e di salvaguardare un bene unico e irriproducibile».

I promotori sottolineano anche «il danno ambientale causato dall’inquinamento da polveri sottili emesse dai 124 passaggi di mezzi con autobotti della portata di 360 quintali utilizzati per scaricare i fanghi, che hanno invaso l’area in conseguenza dell’autorizzazione».

«È un tema di cui ci siamo già occupati - dice il sindaco Andrea Ceffa - Vista la preoccupazione dei cittadini ci eravamo rivolti alla Provincia, dato che il Comune non ha alcuna competenza in merito. E so che l’autorizzazione aveva subito dei correttivi, con l’introduzione di parametri e controlli più stringenti. Credo tuttavia che la cosa migliore sarebbe promuovere un incontro, e mi impegno a farlo, con tutti i soggetti istituzionali interessati, con i cittadini e con le aziende agricole. Un confronto informativo sul tipo di fanghi che vengono utilizzati e che spero possa fare luce sui pericoli di eventuale inquinamento della falda acquifera».

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