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Lomellina
23 Gennaio 2024 - 09:47
Il Museo Archeologico Lomellino di Gambolò è stato inaugurato nel 1986
Il Comune ha stanziato le risorse per i lavori di manutenzione straordinaria che verranno effettuati in primavera nei locali che ospitano il Museo Archeologico Lomellino di Gambolò, all’interno del Castello Litta. La giunta del sindaco Costantino ha approvato l’erogazione di un contributo di 7.500 euro all’Associazione Archeologica Lomellina che gestisce lo spazio museale. I lavori includono la messa a norma di alcune aperture, la tinteggiatura dei locali e anche alcuni interventi finalizzati a incrementare la sicurezza, con l’installazione di nuove telecamere di videosorveglianza. A fare il punto sui lavori è il direttore del Museo, il dottor Stefano Tomiato: «Sicuramente effettueremo una ritinteggiatura dei locali, l’ultima volta era stata fatta una ventina di anni fa. E poi alcuni lavori di sistemazione di porte e di riqualificazione generale. Stiamo inoltre cercando di predisporre una soluzione espositiva temporanea che permetta di allestire nel locale al piano terra». Il Museo Archeologico di Gambolò venne aperto nel 1986 e fu uno dei primi musei didattici realizzati in Italia. Molte scelte espositive – dalla cartellonistica, all’allestimento – furono innovative per l’epoca. Da anni il Museo affianca alle tradizionali visite guidate per adulti e scolaresche, anche attività laboratoriali che coinvolgono soprattutto i più piccoli.
Ma il restyling finanziato grazie alle risorse messe a disposizione dal Comune rappresentano solo un primo rinnovamento, in vista dell’ampliamento del museo; si tratta di un progetto sostenuto dall’amministrazione che ha l’obiettivo di portare a Gambolò i reperti della necropoli longobarda scoperta alla Belcreda nel 2018. «La Sovrintendenza ha dato la propria disponibilità – spiega il direttore del Museo Stefano Tomiato –, ma occorrono nuovi spazi perché nell’attuale sede espositiva non c’è la possibilità di predisporre anche una sezione medioevale, che dovrebbe andare a ospitare i corredi di 27 tombe. C’è la possibilità di allargare il museo, che ora ha una superficie espositiva di circa 250 metri quadri. Basterebbero un paio di nuove sale. L’obiettivo a lungo termine è valorizzare questa incredibile scoperta archeologica, un unicum in provincia di Pavia, e un pezzo di storia importante per il nostro territorio».
Una necropoli longobarda alla Belcreda
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