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VIGEVANO: APERTO TUTTI I MERCOLEDì

Uno sportello alla Casa di Comunità contro il gioco d'azzardo patologico

Per intercettare pazienti altrimenti restii a rivolgersi al Sert: una quarantina in carico

Claudio Bressani

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claudio.bressani@ievve.com

25 Gennaio 2024 - 16:30

Uno sportello alla Casa di Comunità contro il gioco d'azzardo patologico

Il dottor Salvatore Messina e la psicologa Gaia Malara. In piedi alle loro spalle: Maria Addis e Giulia Castellani

Da anni il Serd (servizio dipendenze) di Asst si occupa di gioco d’azzardo patologico presso la sua sede di via Trieste a Vigevano. Ma ora c’è una novità importante: dal 17 gennaio è stato aperto uno sportello dedicato a questo disturbo del comportamento all’interno della Casa di comunità di viale Montegrappa. È attivo tutti i mercoledì dalle 9 alle 11 nell’ambito del Pua, il Punto unico di accesso. L’obiettivo è chiaro: intercettare un maggior numero di pazienti in un settore con un sommerso enorme. Ci sono persone che mai si avvicinerebbero al Serd, ritenuto “il posto dei tossici” – a torto, perché si occupa di tante altre questioni, dal fumo all’alcolismo alle malattie sessualmente trasmissibili – e che invece si rivolgono più volentieri alla Casa di Comunità.

La nuova strategia sembra funzionare: «Nel 2023 abbiamo preso in carico 26 persone – dice la psicologa Gaia Malara, che si occupa del servizio, finanziato dal 2018 da un progetto regionale – mentre dall’inizio dell’anno ne abbiamo già 7 nuovi. In totale sono una quarantina le persone che seguiamo». «L’obiettivo – aggiunge la dottoressa Giulia Castellani, direttrice del distretto Lomellina – è di andare il più possibile incontro al bisogno, specie quando il soggetto non è del tutto consapevole. La nostra missione è creare connessioni di rete».

«Ad intercettare la richiesta d’aiuto e attivare i servizi – osserva Maria Addis, referente infermieristica territoriale per l’intera Asst – possono essere anche gli infermieri di famiglia e le altre figure che operano all’interno della Casa di Comunità, come gli assistenti sociali, che sono a contatto con il disagio di varia natura». Per questo Gaia Malara e la collega che l’affianca nell’ambulatorio negli scorsi mesi hanno svolto un’attività per sensibilizzare gli altri operatori.

I pazienti sono più uomini che donne, di ogni età, dal ventenne al pensionato. Le più diffuse a livello patologico sono le scommesse online, poi slot e videolottery, ma anche i comunissimi “Gratta e vinci”. Il trattamento consiste anzitutto in colloqui individuali con le psicologhe, finalizzati a intercettare i problemi esistenziali che spesso stanno alla base e a suggerire strategie comportamentali. Esempi: evitare i posti dove si gioca cambiando strada, non avere molti soldi in tasca. «Per questi disturbi – dice il dottor Salvatore Messina, responsabile del Serd di Vigevano – è difficile parlare di guarigione. L’obiettivo primo è che il paziente non abbandoni il trattamento: è già un successo. Non è necessario arrivare al gioco zero, ma a un gioco controllato. Il 54% degli italiani gioca, ma solo alcuni lo fanno in modo patologico. Come per le sostanze ci sono tre livelli (uso, abuso, dipendenza) abbiamo gioco sociale, problematico e patologico. Detto questo ci sono persone che arrivano a smettere del tutto».

«La terapia ideale è integrata – dice Gaia Malara – affiancando la nostra attività alla frequenza di gruppi di giocatori anonimi per un’attività di auto-mutuo-aiuto. Oggi per il gioco in provincia ne esiste solo uno, a Pavia: in Lomellina non ne abbiamo, stiamo cercando di favorirne la nascita». Il modello è quello degli alcolisti anonimi, che fino a prima del Covid a Vigevano funzionava bene. Poi l’esperienza si è dissolta. Anche qui si sta provando a rilanciarla.

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