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IL 15 MARZO È LA GIORNATA MONDIALE
14 Marzo 2024 - 12:31
La dottoressa Nadia Cerutti
I disturbi della nutrizione e dell’alimentazione, di cui domani (venerdì) ricorre la Giornata mondiale, sono in forte crescita: la diffusione è aumentata quasi del 40% dal Covid in poi, una tendenza che non si è arrestata dopo la fine della pandemia. Chi ne soffre è sempre più giovane, con esordio spesso già a 8-10 anni e anche meno e schiacciante prevalenza (95%) del sesso femminile.
Per fronteggiare questa vera emergenza l’Asst ha recentemente potenziato l’ambulatorio dedicato ai disturbi della nutrizione, attivo dal 2019 in ospedale a Vigevano, con il reclutamento di professionisti specificatamente dedicati di varie discipline, assunti grazie a un progetto regionale, per ora a tempo determinato ma con la speranza che la loro presenza sia poi stabilizzata.
L’ambulatorio, al primo piano della palazzina rosa, può avvalersi di un’equipe multidisciplinare che coinvolge personale della struttura complessa di Nutrizione clinica e della Psichiatria: in particolare due psicologhe, una neuropsichiatra infantile, una dietista che si affianca a una collega già dipendente, oltre a un medico nutrizionista e uno psichiatra.
«Il giovedì pomeriggio – dice la dottoressa Nadia Cerutti, primario del servizio di Nutrizione clinica – il nostro ambulatorio dietologico è interamente dedicato a questi disturbi. Si accede con l’impegnativa del medico o pediatra di famiglia, figure che rappresentano importantissime sentinelle sul territorio, cui abbiamo di recente presentato la nostra attività. L’obiettivo è intercettare i casi il più precocemente possibile per evitare che si cronicizzino e avviare in modo tempestivo un efficace percorso di cura a livello ambulatoriale. Anche perché in provincia, se si rendesse necessario il ricovero, ci sono solo alcuni posti letto al Mondino riservati all’età evolutiva e nulla per gli adulti: i casi acuti finiscono nei reparti di Psichiatria o di Medicina interna, mentre in tutta la Lombardia esistono poche strutture riabilitative dedicate ai disordini alimentari, nelle quali è molto difficile entrare».
Ma quali sono i campanelli d’allarme che dovrebbero indurre le famiglie a rivolgersi a questo servizio specializzato? «Se si nota nei ragazzi un’attenzione eccessiva nei confronti del cibo o del peso, un’insoddisfazione sull’aspetto del proprio corpo, oppure atteggiamenti che possono suggerire una depressione del tono dell’umore come la difficoltà a rimanere concentrati o a socializzare con i propri simili».
Vedi anche la nostra videointervista alla dottoressa Cerutti.
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