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La storia
30 Marzo 2024 - 11:20
La clinica americana dove potrebbe curarsi costa, e costa tantissimo. Servono 120 mila euro per permettere a Maybel Strutt Ghelfi di venire sottoposta a terapie innovative che possano guarirla dal cancro. Ora la signora vive in collina, col marito Daniele Ghelfi, alla ricerca di condizioni più salubri, ma a Vigevano molti la ricordano ancora perché era un’apprezzata insegnante in una scuola bilingue della città. La sua origine, infatti, è britannica. Della sua storia ha parlato Il Corriere di Viterbo. La città laziale è quella di origine della famiglia del marito.
«I suoi parenti e amici viterbesi – si legge – hanno avviato una raccolta di fondi. Sono stati raccolti poco più di 68 mila euro euro, cifra lontana da quella necessaria. Pertanto i familiari lanciano un appello a donare. Anche piccole cifre, per poter arrivare alla somma richiesta. Per donare c’è un link, https://gofund.me/9e2199ab». «Paragono l’opportunità di poter accedere a cure nuove e progressive – ha scritto Marybel Ghelfi – a un treno che è in partenza ma dove io non posso permettermi di acquistare il biglietto. Sento la paura della solitudine. Sento di non avere la fortuna di possedere i requisiti necessari per ottenere queste cure inaccessibili e vitali alla mia guarigione. Sto cercando di affrontare le mie paure ma oggi sono in difficoltà».
La storia di Marybel è sfortunata. Arrivata in Italia a 17 anni, è stata investita da un camion mentre si recava a lavorare in bicicletta, nel Milanese. Mesi in ospedale e in sedia a rotelle per guarire, ancorché parzialmente. Anche in quel
caso era stata indetta una raccolta fondi per le terapie e le visite mediche. In tanti avevano mostrato il loro sostegno con generosità e gentilezza. Tre anni dopo, a 24 anni, le è stato diagnosticato un tumore molto aggressivo al seno. «Il cancro, dopo anni di terapie di tutti i tipi che mi hanno anche portata in Rianimazione – scrive ancora Marybel, nel suo appello – è anche nei miei polmoni e nel mio fegato, ho poca energia e dolori costanti che mi impediscono di dormire durante la notte. Tutto questo rende difficile avere ancora speranza, ma credo ancora nella mia capacità di guarire e so di essere più forte di questa malattia».
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