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La solidarietà

Palloni, cibo e cure per i bambini: i missionari laici vigevanesi tornano in Benin

Vigevano, l'associazione Mama Yovò e il sogno di costruire un campo da basket

Davide Maniaci

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dade.x@hotmail.it

30 Marzo 2024 - 18:12

Palloni, cibo e cure per i bambini: i missionari laici vigevanesi tornano in Benin

Tutti i bambini del mondo hanno diritto di giocare. E chi ha a disposizione soltanto un campo in terra battuta, perché ha la sfortuna di essere nato in una delle zone più disastrate del pianeta, conta su chi spende la propria vita per cercare di donargli benessere, o perlomeno sollievo. I volontari di Mama Yovò, associazione di missionari laici fondata poco più di un anno fa a Vigevano, sono tornati in Benin. Il viaggio risale alla scorsa settimana. L’ex colonia francese dell’Africa occidentale, prima chiamata Dahomey, è tra le meno sviluppate del continente. La Cat Basket Vigevano ha donato palloni e divise da pallacanestro, distribuite poi nei licei.

«Abbiamo inaugurato – spiegano la presidente di Mama Yovò Antonella Trentin, e la vicepresidente Camilla Perrone – una scuola: la ditta Italian Converter di Vigevano ha dato una mano fondamentale, economicamente, nella ristrutturazione del tetto». È come se tante realtà locali diverse fra loro si fossero unite in questa causa che ha come unico obiettivo il sostentamento di questi bimbi innocenti. «Siamo partiti in 7: tre persone di Vigevano – proseguono le referenti – una di Torino, una di Bergamo e due di Vicenza. Tramite una ditta di Cameri abbiamo acquistato oltre 500 euro di materiale per persone non vedenti. Bastoni (14), tavole per scrittura braille e relativi punteruoli. Il materiale è stato pagato grazie alla donazione dei bambini di una scuola di Napoli. Il nostro sogno è quello di costruire un campo sportivo per i giovanissimi».

Le cifre danno l’idea di cosa è stato fatto. I chilometri su «strade colabrodo» sono 1300. Distribuite 2 tonnellate di riso, 110 chili di fagioli e 300 di pasta, 100 litri di olio, 650 panini con la Nutella, 1500 pacchi alimentari, scarpe, abbigliamento, materiale scolastico. E ancora, tre macchine da cucire e 44 corredini per neonati. «Abbiamo – così Trentin e Perrone – assistito a due parti perché una volontaria è ostetrica, “adottato” dieci donne gravide e individuato più di 70 bambini malnutriti. Abbiamo avuto due collaboratori beninesi che hanno organizzato le nostre giornate. Grazie al loro prezioso aiuto, Arsène e Firmin hanno permesso che la missione fosse perfetta. Hanno preso contatti con le scuole, con i capi villaggi e con i dirigenti delle società sportive». Emozioni forti, profondissime.

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