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VIGEVANO, NEL 2023 ATTIVITA' +140%

La Chirurgia dell'ospedale attrae pazienti e anche specialisti

Lasciano importanti strutture pubbliche e private per venire a lavorare qui

Claudio Bressani

Email:

claudio.bressani@ievve.com

18 Aprile 2024 - 13:30

chirurgia vigevano

Il primario di Chirurgia Luca Del Re con la caposala Marianna Morini

L’attività chirurgica cresciuta del 140% nel 2023 rispetto al 2019, ultimo anno pre-Covid. Strumentazione all’avanguardia. Nuovi ambulatori aperti, a Vigevano e sul territorio. Pazienti provenienti anche da fuori provincia. Tempi d’attesa per gli interventi e le visite contenuti entro i limiti fissati dalla Regione. E l’attrazione di specialisti d’esperienza che arrivano da altre strutture pubbliche e anche dal privato. Quello della Chirurgia generale dell’ospedale di Vigevano è un quadro in controtendenza rispetto alla narrazione corrente (e spesso vera, purtroppo) che vede la sanità pubblica oberata da liste d’attesa infinite e con il personale in fuga verso il privato.

A tracciare un bilancio molto positivo è il dottor Luca Del Re, 61 anni, milanese, a 18 mesi dalla sua nomina a primario, proveniente da un’esperienza molto variegata: prima come medico militare, anche in missioni all’estero, poi nel pubblico (Fatebenefratelli) e quindi nel privato (ospedale San Giuseppe). Partiamo proprio dall’attrazione degli specialisti: «L’ultimo concorso concluso a febbraio – dice Del Re – è stato vinto dal dottor Salvatore Marano, 48 anni, uno dei massimi esperti di chirurgia esofago-gastrica a livello nazionale. Ha scelto di lasciare l’Humanitas per venire a lavorare qui ed è già in servizio. Grazie al suo arrivo apriremo un ambulatorio dedicato al reflusso gastro-esofageo e alle patologie gastrointestinali superiori. A giugno arriverà anche il secondo classificato di quel concorso, il dottor Antonino Saccone, che a 50 anni lascia l’ospedale di Gallarate per unirsi alla nostra equipe».

«Al mio arrivo – prosegue Del Re – ho posto una sola condizione: che mi fossero garantiti personale e strumenti per lavorare bene. Anche nel secondo caso la dirigenza ci ha dato fiducia. Per le sale operatorie sono arrivate una seconda colonna laparoscopica, una sonda minuscola, di soli 2,8 millimetri, che entra come un ago e pochi ospedali hanno, un nuovo strumento per il taglio e il coagulo a radiofrequenza. Una dottoressa sta seguendo un corso di perfezionamento sulla chirurgia laparoscopica del fegato a Niguarda, un’altra lo farà prossimamente. Il nostro personale di sala operatoria vive questi sviluppi con l’entusiasmo di imparare cose nuove».

L’obiettivo assegnato dalla Regione ai reparti di Chirurgia nel 2023 era di totalizzare il 110% degli interventi del 2019 per recuperare gli arretrati accumulatisi per il Covid. L’ospedale di Vigevano ha fatto molto meglio: +140%. Lo scorso anno sono state operate 880 persone, di cui 222 in urgenza e 658 in elezione (interventi programmati). Quest’anno, sfruttando i maggiori spazi di sala operatoria disponibili, la proiezione dopo il primo trimestre è oltre quota mille.

«Al 31 marzo – dice il primario Luca Del Re – siamo già a 292 interventi, di cui 73 in urgenza e 219 in elezione, con un picco a febbraio del +204% e riuscendo a fare circa il 30% in laparoscopia, anche operazioni molto complesse. La lista d’attesa media dei pazienti chirurgici è di 120-150, il che significa che in un mese, al massimo due li operiamo tutti e nel frattempo ne arrivano altrettanti. Per l’oncologia garantiamo attese sotto i 30 giorni. La sola senologia nel 2023 è cresciuta del 30%».

Notevole è stato lo sforzo per potenziare l’attività di visita: è stato riaperto un ambulatorio di Chirurgia generale a Mede e uno ai poliambulatori di Pavia, a Vigevano ne è stato istituito uno per gli stomizzati attivo tutti i giorni e ne arriverà uno dedicato al reflusso gastro-esofageo.

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