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23 Aprile 2024 - 17:51
VIGEVANO - Settantanove anni dalla Liberazione dell’Italia dal nazifascismo. Queste giornate coincidono anche con la fondazione del nostro giornale da parte di Carlo Natale, tra i promotori del Cln a Vigevano. È dunque l’antifascismo, con la Costituzione nata dalla Resistenza, a rappresentare il Dna di questo giornale, a dispetto di ogni polemica, più o meno miserabile: l’Informatore è sempre quello che usci la prima volta il 25 maggio 1945.
Ed ecco, attraverso una ricostruzione effettuata dall'archivista Marta Bonzanini delle "storie di Resistenza" che riguardano vigevanesi: dall'antifascista Giovanni Leoni fucilato in Castello ai tanti partigiani che morirono combattendo sulle montagne, lontani da casa, fino all'assalto al treno tedesco.
“Diventammo ribelli per una intima reazione a quello che era stato il crollo del nostro esercito. E tutte le nostre illusioni, fondate sulla menzogna politica, crollarono una ad una… ribellione contro un governo che ci aveva impedito con la forza, con la propaganda, con i sistemi polizieschi, di ragionare con la nostra testa, di pensare da uomini liberi.
Era giusto quello che facevamo? Sì, era giusto”. Con queste parole, sulle pagine del foglio clandestino “Stella Tricolore” diffuso nelle Langhe, si ribadivano le ragioni di molti che rifiutarono di rispondere ai bandi di arruolamento, scelta che comportava la condanna a morte. Giovani che non volevano più essere mandati a combattere sui fronti di una guerra perduta e donne che nel movimento di Resistenza trovarono un impegno che le porterà ad essere partecipi, seppur con difficoltà, della ricostruzione civile e politica del Paese.
Nei grandi eventi storici, dove le masse sono protagoniste, è opportuno tornare alle vicende dei singoli, all’individualità delle loro esperienza, senza perdere di vista il contesto. A Vigevano, all’Armistizio dell’8 settembre 1943, era seguita subito la nascita del Comitato di Liberazione Nazionale mentre le manifestazioni contro il comando tedesco stanziato in Castello si infittivano al punto da provocare una sparatoria di cui fu vittima Laura Allocchio. Per rappresaglia, in conseguenza dell’assassinio del milite Mario Toso, viene fucilato in Castello Giovanni Leoni, impiegato comunale antifascista al quale sarà intitolata la brigata che, insieme alla Crespi e alla Beato Matteo, costituiranno i nuclei di resistenza cittadini.
29 aprile 1945: partigiani e dirigenti politici davanti al Municipio di Vigevano
Lontano da Vigevano, nei primi mesi del 1944, si spengono nei campi di concentramento gli antifascisti Giovanni Costa e Vincenzo Cantone. Tra i tanti che si uniscono ai gruppi operanti in Oltrepo’ e Valsesia sono Carlo Alberto Crespi, figlio del noto industriale, fucilato al muro del cimitero di Varallo il 3 aprile, Guido Ivaldi, collaboratore dell’ingegner Rota, ucciso nel Cuneese il 7 luglio, e Artemio Duca, fucilato a Varzi il 14 settembre 1944. L’inverno del 1944 è il tempo del terrore. Viene bombardato il ponte sul Ticino: sul treno che vi transita si contano 27 morti.
Il 6 ottobre, in seguito alla liberazione dal carcere di Mortara del partigiano della Alliotta Carlo Boldizzoni vengono fucilati in Castello tre giovani della Leoni: Salvatore Frasconà, Carlo Gazzo, Giovanni Profili. Pochi giorni dopo cadono combattendo i calzolai Cesare Allegro in val Varaita e Carlo Bonacina nel bergamasco. Tra il 30 novembre e il 2 dicembre vengono giustiziati Mario Parini, studente al Politecnico di Milano, nel biellese, Luigi Barbieri a Castelletto Ticino con altri compagni della divisione Redi, e Dino Arrigoni, a Gattinara, entrambi calzolai.
Mentre in città si moltiplicano le agitazioni, soldati sorpresi a Vigevano nei giorni dell’Armistizio e aggregatisi alle brigate locali vengono arrestati e fucilati, come Raoul Canuti, originario di Rimini, ucciso sul ponte della strada per Gambolò, il 12 dicembre. Al muro del cimitero, nella nebbia del 27 dicembre, è ucciso Luigi Malandra, un contadino di Cilavegna reo di aver prestato aiuto a partigiani. Lontano da Vigevano, a Ravensbruck muore la maestra Anna Botto, arrestata per aver facilitato la fuga di prigionieri alleati e partigiani.
Il 26 aprile, con il proclama che annuncia la liberazione, tutti i poteri passano al Comitato di Liberazione Nazionale, presieduto da Emilio Galli. Ma a Vigevano la guerra non è finita: il 26 aprile, negli scontri che portano alla resa del presidio tedesco, muoiono Cesare Manna della brigata Beato Matteo e Pietro Pavia della Leoni. La mattina del 27 la notizia dell’arrivo di tre treni blindati in stazione allerta il Cln che chiede di lasciar passare i convogli. Sarà un appello inascoltato: i partigiani deviano il treno su un binario occupato e aprono il fuoco. Nello scontro perdono la vita i partigiani della Leone Natale Franchini e Natale Pisani, operai, Ambrogio Sacchi, Roberto Pellicelli, Gianfranco Rossini, Battista Pazzi, Angelo Tambussi, calzolai, lo studente Giuseppe Chiesa; l’impiegato Bruno Bonomi, l’operaio Felice Chiappani e il panettiere Angelo Guaita della Crespi, il meccanico Cornelio Palmenti della Beato Matteo, oltre a quattro civili, tra i quali il piccolo Cesare Corsico, di 6 anni.
Nello stesso giorno, nei boschi poco oltre i Ronchi, viene ucciso Pierino Boselli. Alla fine di aprile il Cln riesce a trattare il passaggio pacifico di una colonna tedesca in ritirata e la restituzione dei prigionieri trattenuti in Castello. IL’1 maggio gli Alleati entrano in una città già liberata. I giorni della Liberazione si chiudono su Vigevano, si apre il tempo della conta dei non tornati, dei lutti, delle necessarie ricostruzioni, del lungo percorso che, attraverso luci e ombre, contraddizioni e conciliazioni, condurrà alla democrazia e alla pace.
Ore 09:30 Piazza Cavour: ritrovo e partenza per il Cimitero di Frazione Remondò; Ore 9:45 Cimitero di Frazione Remondò: ritrovo e posa della corona in ricordo dei Caduti della II° Guerra Mondiale; Ore 10:00 Chiesetta della Madonna del Terdoppio: ritrovo e posa della corona in ricordo dei Caduti della II° Guerra Mondiale; Ore 10:15 Cimitero di Gambolò: omaggio ai Partigiani e posa della corona; Ore 10:30 Piazza Cavour: posa della corona al Monumento ai caduti; Ore 10:40 Saluto dell’Amministrazione Comunale;Ore 10:50 Intervento del relatore ANPI Prof. Francesco Marinone.
10,15 - Ritrovo davanti al Municipio; 10,30 - S. Messa Chiesa Parrocchiale della B. V. A. al termine posa della corona d'alloro al monumento ai Caduti in Piazza Repubblica, corteo con la Banda "Amici della Musica A. Huskovic" di Garlasco e posa della corona d'alloro al monumento al Partigiano di Via Don Balduzz. Saluto del Sindaco di Garlasco, Simone Molinari; CContributi della Scuola Primaria e della Scuola secondaria di l° grado "Duca degli Abruzzi" Istituto Comprensivo "L. Poma”; OOrazione ufficiale, Giulia Celegato, Vice Presidente Anpi Garlasco, delegata dall'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia, Comitato Provinciale di Pavia
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