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Fanghi e spandimenti, serve una nuova legge. Gli ambientalisti: «Chiediamo trasparenza sui dati»

Dal problema delle molestie olfattive alle difficoltà di effettuare i controlli

Ilaria Dainesi

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ilaria.dainesi@ievve.com

27 Aprile 2024 - 11:48

Fanghi e spandimenti, serve una nuova legge. Gli ambientalisti: «Chiediamo trasparenza sui dati»

Spandimenti in Lomellina (foto di archivio di Jose Lattari)

C’è la necessità di una nuova legge in materia di fanghi di depurazione, che ne modifichi anche la destinazione. È quanto emerso durante il convegno di sabato scorso a Mortara, affrontando la questione degli spandimenti, molto sentita sul nostro territorio. Smaltire i fanghi negli inceneritori, infatti, potrebbe essere una soluzione migliore rispetto alla destinazione agricola. I fanghi, prima di finire nei campi, vengono trattati con la calce, che ne modifica il pH, ma non ne abbatte gli inquinanti. C’è poi la questione dei gessi di defecazione, per i quali la normativa prevede restrizioni meno vincolanti rispetto ai fanghi.

Di difficile soluzione il problema degli odori. Per evitare che si sprigioni l’ammoniaca durante le operazioni di spandimento nei campi, esistono due metodi: «Spandere e interrare subito dopo – ha spiegato il direttore di Arpa Lombardia Fabio Cambielli – In questo modo si abbattono del 90% le emissioni in aria di ammoniaca. Oppure utilizzare dei sistemi di iniezione dei concimi direttamente nel terreno. Così non si libera ammoniaca in aria. Ma si tratta di sistemi costosi». Anche se la Dgr regionale obbliga gli agricoltori a interrare, non sempre le operazioni vengono eseguite immediatamente. Spesso con conseguenze negative e fenomeni di molestie olfattive, che periodicamente vengono rilevate sul nostro territorio.

È complesso anche riuscire a garantire un controllo capillare. Di fronte a centinaia di spandimenti, spesso in contemporanea, è infatti impensabile riuscire a verificare ogni singola operazione. I tecnici di Arpa intervengono quando vengono segnalate situazioni sospette; in quel caso si può procedere anche con dei campionamenti. Ma, in generale, i controlli ordinari vengono demandati alle polizie locali, che però possono effettuare solo accertamenti formali, verificando cioè la conformità della documentazione, perché non posseggono le competenze tecnico-scientifiche necessarie per analisi più approfondite.

Arpa ha un monitoraggio puntuale degli spandimenti; gli agricoltori devono infatti comunicarli, indicando il luogo e l’orario delle operazioni. I dati vengono raccolti in un database regionale (Orso). L’associazione Futuro Sostenibile in Lomellina ha chiesto di poter accedere al database regionale: «C’è un problema di trasparenza – ha spiegato la presidente Alda La Rosa – perché un’associazione come la nostra, attualmente, non ha la possibilità di visionare i dati. Possono farlo solo le amministrazioni locali, oltre ad Arpa e alla Regione. A nostro giudizio, è una questione che andrebbe valutata».

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