Cerca

L’amministrazione

Manca il numero legale in consiglio comunale. Salta l’approvazione del bilancio

Mortara, assenti due di Fratelli d’Italia e due del gruppo misto, oltre a tutte le opposizioni. I primi commenti

Claudio Bressani

Email:

claudio.bressani@ievve.com

02 Maggio 2024 - 12:30

Manca il numero legale in consiglio comunale. Salta l’approvazione del bilancio

L'aula consiliare, martedì

Quattro assenze in maggioranza, due in Fratelli d’Italia e due nei “misti”, il terzetto che si è staccato dalla civica Viviamo Mortara, hanno fatto saltare (martedì sera) il consiglio comunale che doveva approvare, tra l’altro, un atto fondamentale come il rendiconto 2023. E potrebbero aver iscritto una seria ipoteca sul futuro dell’amministrazione Gerosa. La presidente dell’assise, Denise Mirimin, ha atteso la mezz’ora prevista dal regolamento prima di agitare la campanella alle 19,31 e chiamare l’appello. In aula erano solo in 7 su 16: mancavano Federica Rufo e Annalisa Zenone dei “misti” ma anche Paolo Pischedda e Giampaolo Livraga di Fratelli d’Italia, quest’ultimo tra l’altro segretario cittadino del partito. Oltre a tutte le opposizioni.

I rappresentanti di Lega, Forza Italia, Rifondazione e Pd (tranne Marco Barbieri, tanto per cambiare assente), quando hanno visto i banchi semivuoti della maggioranza, hanno atteso la mezz’ora fuori dall’aula. All’annuncio «manca il numero legale, il consiglio è chiuso» dal corridoio è arrivato anche un breve applauso. Alle 19 le assenze erano addirittura cinque. Lunghi minuti di conciliaboli e telefonate, poi alle 19,12 è apparso Andrea Usardi di FdI. Gli altri quattro non si sono visti. E nessuno aveva inviato una giustificazione, o almeno la presidente non ne ha fatto cenno all’appello. Ora che accade? Se non si approva il rendiconto il consiglio si scioglie, arriva un commissario e si va a nuove elezioni. Il termine sarebbe il 30 aprile, ma non è perentorio: bisogna attendere che il prefetto invii un’intimazione, assegnando 20 giorni per provvedere. Tra l’altro è saltata anche l’approvazione delle tariffe Tari, che prevedono rincari modesti, 2,04% per le famiglie e 2,03% per le imprese, sotto il livello dell’inflazione. Il problema evidentemente non è amministrativo ma politico, di tenuta di questa coalizione che meno di due anni aveva vinto il ballottaggio con un trionfale 75% e poi è andata sempre più sfilacciandosi su vari temi.

I PRIMI COMMENTI

Il sindaco Ettore Gerosa, scuro in volto, ha lasciato in fretta il municipio al termine della seduta mai iniziata. Raggiunto più tardi al telefono, prende tempo: «Fino a giovedì o venerdì manterrò un rigoroso silenzio stampa. Per adesso non ho deciso niente, voglio pensare». A cosa è facile immaginarlo: all’eventualità di dimettersi. Non vedono l’ora di commentare invece le opposizioni. Silvia Piani (Forza Italia): «Quel che è accaduto in realtà si commenta da sè. Il sindaco aveva chiesto un messaggio forte e chiaro ed è arrivato, voleva una maggioranza compatta e non c’è proprio». Sulla stessa linea Luisa Della Bella (Pd): «La situazione parla da sola». Più articolata la riflessione di Gerry Tarantola (Lega): «Più volte il sindaco ha sostenuto che o la maggioranza è compatta o lascia stare. Il sintomo più eclatante è l’assenza del segretario politico di Fratelli d’Italia. Il gruppo degli indipendenti ha mandato un chiaro messaggio. Sono andati sotto due volte negli ultimi tre consigli e ora non hanno neanche il numero legale. È preoccupante per la città, che non ha bisogno di questa fase di stallo». Infine Giuseppe Abbà (Prc): «Questa sera dimostra quello che è in atto da tempo, la maggioranza è allo sfascio. Non hanno affrontato nessun rilevante problema della città, nonostante le promesse e il successo elettorale in due anni non hanno risolto nulla. Siamo all’epilogo».

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su L'informatore

Caratteri rimanenti: 400