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La manifestazione
18 Giugno 2024 - 18:37
Sono stati calcolati in sei milioni di euro i danni provocati in un anno dai cinghiali nelle campagne lombarde con assalti e raid che distruggono raccolti, produzioni, pascoli, e costringono gli agricoltori a intervenire per ripristinare quanto rovinato, adoperarsi periodicamente per fare manutenzione agli strumenti installati per cercare di fermare le incursioni, oltre che fronteggiare le perdite di produzione, di quote di mercato e redditività.
È quanto stima la Coldiretti in occasione della protesta in piazza Duca d’Aosta a Milano con un migliaio di agricoltori provenienti da tutta la Lombardia che si sono radunati questa mattina di fronte a Palazzo Pirelli, sede del Consiglio Regionale, per denunciare una situazione che sta provocando anche in provincia di Pavia problemi sanitari, sociali, economici e ambientali. Al fianco della delegazione di Coldiretti Pavia guidata dal Presidente Silvia Garavaglia e dal direttore Antonio Tessari con sindaci ed esponenti delle istituzioni territoriali.
«L’obiettivo della mobilitazione di Milano – ha spiegato Silvia Garavaglia, Presidente di Coldiretti Pavia – è far applicare subito a livello regionale le misure previste dal decreto interministeriale varato lo scorso anno per l’adozione di un Piano straordinario per la gestione e il contenimento della fauna selvatica». Al presidio nel capoluogo lombardo era allestita un’esposizione con alcune delle produzioni agricole maggiormente attaccate da questi ungulati: dal fieno, la cui qualità è compromessa dall’andirivieni di questi animali sui prati, al mais, le cui semine vengono decimate se non azzerate; dalle patate ai piccoli frutti che sono ricercati come cibo, ma anche il riso che viene schiacciato dal loro passaggio, le vigne dove le piantine più piccole vengono sradicate mentre il frutto maturo viene mangiato. In molti casi gli agricoltori decidono di non denunciare, per stanchezza e rassegnazione. Un produttore di vino che ha avuto la vigna devastata da cinghiali si vedrà risarcire solo il semplice valore dell’uva. I cinghiali hanno una responsabilità fondamentale per la diffusione della Peste Suina Africana (Psa) la malattia, non trasmissibile all’uomo, che mette in pericolo gli allevamenti suinicoli e con essi un intero settore che in Lombardia vanta produzioni di eccellenza come le DOP salame di Varzi e altri.
Ma gli animali selvatici mettono a rischio anche la sicurezza delle persone, attraverso incursioni sempre più frequenti nei centri urbani. La riparazione delle recinzioni danneggiate o l'installazione provvisoria di reti elettrificate servono a poco o a nulla - sottolinea la Coldiretti – mentre l’impatto ad alta velocità di un’auto o di una moto contro la massa di un cinghiale adulto può avere conseguenze fatali e drammatiche per conducenti e passeggeri. Quelle dell’alba e del crepuscolo sono le ore più a rischio. Il problema – sottolinea la Coldiretti – è che non sempre i cinghiali rimangono sul luogo dell’incidente, visto che l’animale anche ferito si rifugia nella boscaglia o nei prati, oppure succede che lo schianto contro un albero, un cippo chilometrico o lo sbandamento e l’uscita di strada si verificano proprio per evitare l’impatto con l’animale che scappa senza lasciare tracce.
Alla manifestazione sono intervenuti anche il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana e l’assessore regionale all’Agricoltura Alessandro Beduschi. «Siamo molto preoccupati – ha detto il presidente Fontana – sia per la sorte dei campi ma anche dalla presenza della peste suina nei territori interessati». «In questi anni – ha aggiunto Beduschi - Regione Lombardia ha fatto di più e meglio di tutti per contenere la fauna selvatica invasiva e in particolare i cinghiali. Nelle prossime settimane adotteremo il piano straordinario per il controllo della fauna selvatica, che nei fatti è già concretamente attuato, a partire da 3 ordinanze operative firmate dal governatore Fontana».
Erano però presenti anche i consiglieri regionali di opposizione del Pd Marco Carra, Matteo Piloni e Roberta Vallacchi che hanno attaccato: «Da mesi chiediamo alla Regione di mettere a punto un Piano regionale straordinario per il contenimento dei cinghiali previsto dalla legge, ma fino ad oggi la giunta Fontana è rimasta inerte e completamente inadempiente. Il diffondersi della peste suina è stato sottovalutato e preso con leggerezza».
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