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VIGEVANO
01 Luglio 2024 - 17:12
VIGEVANO - «Ci siamo stupite e abbiamo pensato fosse uno scherzo». La cooperativa sociale Kore, Centro Antiviolenza di Vigevano e Lomellina, si scaglia contro la scelta di intitolare "Scarpette Rosse" il progetto che il Comune ha presentato in partnership con la fondazione Per leggere, con lo scopo di partecipare al bando per la scelta della Capitale Italiana dell'Arte contemporanea.
Un progetto che fa discutere, soprattutto sui social, mentre il mondo artistico vigevanese non ha mostrato apprezzamento per l'iniziativa voluta dal sindaco Andrea Ceffa.
La reazione di Kore è però di quelle che colpiscono duro: "Abbiamo appreso dai social che il Comune di Vigevano ha presentato un progetto per diventare “Capitale italiana di arte contemporanea” intitolandolo: Scarpette Rosse - Arte contemporanea a Vigevano. Inizialmente ci siamo stupite e abbiamo pensato fosse uno scherzo, quando tutto è stato confermato, è aumentata l’amarezza per l’utilizzo di un simbolo così importante contro la violenza sulle donne e per un progetto che dovrebbe trattare altro», si legge in un comunicato del Centro Antiviolenza.
Nel 2021, spiega ancora la nota, «il centro antiviolenza Kore ha creato e promosso la mostra dal titolo: "SCARPE ROSSE, QUANDO IL DESIGN DIVENTA SIMBOLO®" registrandone il marchio per 10 anni. Dalla sua prima esposizione, nel novembre 2021, al Museo Internazionale della Calzatura di Vigevano, ha iniziato il suo viaggio in varie località italiane: Parabiago (MI), Busto Arsizio (VA), Fermo, Porto Sant’Elpidio (FM), Micam di Milano, e all’estero: Parlamento Europeo di Strasburgo e Fashion Week ad Almaty in Kazakistan; prossime tappe di nuovo Milano, poi Roma e Napoli».
«Si tratta di 40 calzature rosse ad hoc con nomi di donne che le aziende calzaturiere italiane (dalle Marche alla Lombardia, alla Campania, alla Toscana, al Veneto) hanno creano per ricordare a tutti noi che ogni oggetto può raccontarci una storia e che dietro a una patina di bellezza si può nascondere una situazione di violenza».
Spesso le donne vengono sminuite e private del loro valore. La cultura si promuove anche condividendo simboli che sono veicolo di pensiero. Proprio per l’importanza che oggi la comunicazione dà all’immagine e alle parole avremmo preferito poterci confrontare almeno sulla presentazione e su quale comunicazione veniva espressa. Questa modalità la consideriamo poco rispettosa in relazione ad un tema così grave come la “violenza sulle donne”», conclude il comunicato di Kore
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