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È accaduto all'istituto clinico Beato Matteo di Vigevano

Dolore al ginocchio sinistro: lo operano al destro

Il paziente chiede i danni: “Mai ricevuta una parola di scuse"

Claudio Bressani

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claudio.bressani@ievve.com

06 Settembre 2024 - 15:00

Dolore al ginocchio sinistro: lo operano al destro

Massimiliano Marino Granfazza

All’istituto clinico Beato Matteo gli hanno diagnosticato una «gonalgia sinistra in sospetta rirottura del menisco mediale» e l’hanno operato al ginocchio. Però l’ortopedico è intervenuto su quello destro sano, non il sinistro malato. La vicenda, riportata sull’Informatore in edicola ieri, ha fatto il giro d’Italia. «Me ne sono accorto – dice il malcapitato paziente, Massimiliano Marino Granfazza, 54 anni, operaio metalmeccanico di Vigevano – quando mi sono risvegliato in stanza con la gamba destra fasciata. Tutto ciò che il medico ha saputo dirmi è stato: non si preoccupi, domani le opero l’altraOvviamente ho rifiutato, anche perché avrebbe significato un mese in sedia a rotelle. Dopo una notte ho firmato per essere dimesso».

La vicenda risale al 23 novembre scorso, ma solo ora ha deciso di raccontarla: «Un errore – dice – per quanto incredibile, può succedere, anche se così non me lo sarei mai aspettato nella Lombardia dell’eccellenza sanitaria. Ma quello che mi ha dato fastidio è stato l’atteggiamento successivo. Nessuno mi ha chiesto scusa: né l’ortopedico né la struttura, neanche un’email».

Massimiliano è un uomo corpulento e non era al suo primo intervento al menisco del ginocchio sinistro: ne aveva già subiti due, sempre in clinica, nel 2015 e 2018. Ma i dolori sono continuati, sempre più insopportabili. Il 25 ottobre è andato a farsi visitare dallo specialista che lo ha poi operato: «Visita privata, pagata dall’assicurazione aziendale. Il medico ha richiesto una risonanza. Quando sono tornato da lui con l’esito si è basato sul solo sul referto che diceva: «Lesione completa del legamento crociato anteriore, presumibili esiti di meniscectomia mediale» e ha proposto una «procedura di revisione artroscopica».

«Visto che c’ero già passato due volte – prosegue Massimiliano – non ero più di tanto preoccupato. Mi hanno fatto l’anestesia epidurale. In sala operatoria l’anestesista continuava a chiedermi: “A che ginocchio deve essere operato?”. “Al sinistro”, rispondevo, mentre l’analgesico iniziava a fare effetto. Poi da un certo momento non ricordo più nulla, ho perso conoscenza. In seguito, quando ho mandato a chiamare il chirurgo per far presente che avevano sbagliato ginocchio – “lateralità errata dell’intervento”, si legge nella lettera di dimissione – si è giustificato dicendo: “C’è stata una complicanza respiratoria, ci siamo preoccupati di risolvere la situazione e siamo andati in confusione”. Occuparsene però competeva all’anestesista, non all’ortopedico. L’intervento al ginocchio destro è durato un’inezia: appena hanno aperto si sono accorti che era sano e hanno interrotto». 

Della complicanza non si fa cenno nella lettera di dimissione, dove si legge di una diagnosi di «gonalgia sinistra» e di un intervento di «meniscectomia mediale selettiva ginocchio dx artroscopica in lesione corno posteriore menisco destro». «Tale addotto dato patologico – osserva il medico legale Alessandra Mazza, alla quale l’uomo ha chiesto un parere valutativo – pare affermazione capziosa, indimostrabile ovvero priva di qualsivoglia elemento di prova». Infatti in tutta la storia anamnestica «non vi è traccia alcuna di una condizione morbosa a carico del ginocchio destro». Mai Massimiliano ha riferito dolore da quella parte.

Conclusione: «Risulta evidente come il paziente abbia riportato una lesione non determinata da finalità terapeutiche», diver sa da quella per la quale aveva firmato il consenso informato, che «ha comportato un apprezzabile peggioramento delle condizioni di salute». Ha infatti «provocato persistenti dolori e problemi motori al ginocchio destro, cagionando anche il persistere della preesistente patologia al ginocchio sinistro». 

Il medico legale ritiene che l’intervento abbia causato un «danno di natura iatrogena per fallimento terapeutico» con la conseguenza di 2 giorni di invalidità temporanea al 100% per la degenza ospedaliera e ulteriori 45 giorni per la convalescenza/riabilitazione: 15 giorni al 75%, 15 giornial50% e 15 giorni al 25%. Oltre al danno biologico, cioè le conseguenze permanenti, valutate nell'8% di invalidità. Alla richiesta di risarcimento l’Icbm ha risposto due mesi fa con un’offerta, che l’uomo sta esaminando con il suo legale.

«A febbraio – conclude – mi sono rivolto all’Humanitas, dove hanno guardato la risonanza e rilevato che il menisco non è rotto perché di fatto non ce n’è più dopo i precedenti interventi e che neanche il crociato è rotto. “Non serve operare, tra 10 anni vedremo”, mi hanno risposto, optando per una terapia con anti-infiammatori». 

L’istituto Beato Matteo, interpellato dalla redazione, fino ad ora non ha fatto pervenire una sua versione dei fatti.

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