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vigevano
03 Ottobre 2024 - 16:30
VIGEVANO - La città abbraccia (anche letteralmente) i 12 tigli di via Rocca Vecchia: in pochi giorni sono state superate le mille firme per salvarli dall’abbattimento. La petizione sarà sottoscrivibile fino a domenica, quando si svolgerà un nuovo sit-in al Mercato coperto, a partire dalle 10.30 e poi verrà protocollata in Comune (si potrà però continuare ad aderire online).
I PUNTI FISSI DI RACCOLTA FIRME
Il destino degli alberi è legato all’intervento di rifacimento della soletta che copre il corso del Naviglio Sforzesco, il cui cantiere dovrebbe partire a metà novembre. E il primo atto dovrebbe essere proprio il sacrificio dei tigli. La petizione chiede al sindaco Ceffa e all’amministrazione comunale di «attenersi agli atti ad oggi approvati sulla base della perizia tecnica del 2019 prodotta dallo studio Arduini e del conseguente progetto esecutivo che esplicitamente salvaguardia le piante esistenti» e «chiedere allo stesso studio un aggiornamento sulla soluzione tecnica indicata nella perizia di possibilità di sistemazione anziché di rifacimento della soletta del Naviglio Sforzesco» per poi «assegnare un incarico per una perizia agronomica sullo stato di salute dei tigli e indire un concorso di idee per un intervento di autentica rigenerazione urbana su tutta quella parte di città e non solo sulla struttura del Mercato Coperto».
Secondo i promotori della raccolta di firme i punti fermi del progetto di rigenerazione devono essere «il mantenimento dei 12 tigli, la chiusura al traffico del tratto di via Rocca Vecchia prospiciente il Mercato Coperto, un sistema a scomparsa per la raccolta dei rifiuti degli esercizi commerciali presenti nell’area, un arredo urbano con incremento del verde disponibile e con cartellonistica storica illustrativa per guidare il turista alla scoperta del centro storico, della Piazza e del Castello».
Sull’altro lato della barricata resiste il sindaco Andrea Ceffa, che non pare affatto intenzionato a cambiare idea e programmi: «Qui non c’è un’amministrazione che si diletta all’idea di abbattere alberi - dice il primo cittadino - Fino ad ora ora però non abbiamo ricevuto nessuna proposta alternativa e attuabile, che possa garantire la realizzazione dell’intervento sulla struttura e la sicurezza delle piante. Nel caso, siamo disponibili a riconsiderare tutto, dato che non si tratta di una scelta politica ma puramente tecnica». Non dovrebbe essere il Comune stesso a ricercare una soluzione? «Gli uffici comunali hanno lavorato per trovarne di differenti ma non ne sono emerse».
LA STORIA DEL PROGETTO E I PUNTI OSCURI
I tigli di via Rocca Vecchia sono perfettamente allineati con quelli che costeggiano piazza Sant’Ambrogio, lungo via Decembrio. Nessuno di essi, in questa parte del filare, è stato toccato durante questi anni di lavori (iniziati nel 2020) di consolidamento della copertura del Naviglio. Al contrario: i cantieri che si sono succeduti nei vari lotti hanno operato con grande cautela per conservarli, anche quelli più vicini al corso d’acqua.
Arrivati all’ultimo pezzo, quello del Mercato Coperto, si scopre invece che le piante vanno eliminate. Cerchiamo di ricostruire il percorso del progetto. Si parte dall’aprile 2019 con una delibera di indirizzi della giunta comunale, presieduta dall’allora sindaco Andrea Sala: è l’atto che avvia la macchina e indica il percorso. Ha origine da un sopralluogo che ha rivelato lo stato di degrado delle solette, con una particolare criticità tra via Guido da Vigevano e vicolo de’ Roveti. Lì la soletta è davvero compromessa, tanto che la zona viene transennata e interdetta al traffico ancora prima dell’avvio del cantiere. Sempre al 2019 risale la prima perizia dello studio reggiano dell’ingegner Marco Arduini, che scatta una fotografia dell’esistente ed è alla base della progettazione degli interventi. In quel documento non si fa cenno alla necessità di disfarsi delle piante. I lavori iniziano nel febbraio 2020 (zona Regina Margherita) e si fermano quasi subito: all’orizzonte c’è la tempesta Covid 19 e il cantiere Naviglio Sforzersco andrà a singhiozzo fino al 2022, quando viene completato il primo lotto. Lo studio Arduini viene chiamato nel luglio 2023 a stendere il progetto esecutivo della parte restante di lavori, quella che riguarda piazza Sant’Ambrogio e via Rocca Vecchia (definito “tratto 4”). Qui si parla dei tigli, ma per affermare (nei cosiddetti Cam, Criteri ambientali minimi, definiti per decreto ministeriale) che «per le specie arboree e arbustive autoctone presenti si devono applicare le indicazioni al punto d) sopra citato (conservazione e non rimozione, ndr) dell’Allegato al Decreto 23 giugno 2022». E viene specificato che «le attività di cantiere sono state pensate in modo tale da non interferire con le specie arboree e arbustive esistenti, che si vogliono tenere in sicurezza». Questo è il progetto che la giunta comunale approva definitivamente, nel settembre successivo. Passa un anno e spunta una nuova delibera di giunta, la numero 175 dell’11 luglio, che in tre righe liquida i tigli: «I riscontri tecnici derivanti dalle indagini condotte, evidenziate nell’elaborato “Relazione fotografica interferenze - Indagini 22.01.2024” fanno emergere la necessità della rimozione delle essenze arboree esistenti». La giunta approva senza battere ciglio. Presenti alle indagini condotte: un tecnico comunale, il direttore dei lavori, l’impresa appaltatrice.
Il progetto esecutivo subisce quindi questa rilevante modifica e prosegue il suo iter, mentre il sindaco Ceffa presenta pubblicamente uno studio di fattibilità richiesto allo “Studio OddoLopez architetti” (pagato 3 mila euro lordi) che ipotizza una sistemazione dell’area e della sua copertura, al termine dei lavori sulla soletta. E qui deflagra il caso, perchè per la prima volta si dice chiaramente che gli alberi saranno abbattuti. La minoranza chiede la convocazione di una commissione consiliare nella quale emerge un dato sconcertante: manca l’autorizzazione paesaggistica, senza la quale le piante non possono nemmeno essere sfiorate. In tutta fretta la pratica viene portata lunedì scorso alla commissione apposita, ma contiene solo lo studio di fattibilità OddoLopez. La Paesaggistica rimanda tutto al mittente: su un documento simile non è possibile fare alcuna valutazione, poichè privo di valore di atto e pure di uno straccio di perizia agronomica che spieghi perchè le piante vanno sacrificate.
DALLA RIVOLUZIONE ALLA GHIGLIOTTINA IL PASSO È BREVE
Riavvolgiamo il nastro di questi ultimi cinque anni per capire meglio - sulla vicenda dei lavori sul Naviglio Sforzesco - da dove si era partiti. E dove si è arrivati oggi. Partiamo da un giorno di metà aprile del 2019, quando l’allora sindaco Andrea Sala (ne parliamo anche nella pagina a fianco) convoca la stampa per annunciare il corposo intervento sul corso d’acqua. Sala, con il suo vice e futuro successore Andrea Ceffa seduto al suo fianco, delinea tre punti essenziali: il tratto che preoccupa è quello davanti a Palazzo Ina in via Decembrio. Punto due: dove c’erano parcheggi ci saranno ancora parcheggi. Punto tre: nella zona del mercato Coperto si potrebbe pensare di scoprire il Naviglio, garantendo comunque le attività commerciali. Per un attimo il sindaco riveste i panni di architetto, prende un foglio bianco e disegna come vede lui il futuro del mercato coperto: i tigli, i locali e i passaggi, simili a ponticelli, che consentono di accedervi, aggiungendo che questi percorsi potrebbero essere utilizzati per attività come mostre o semplicemente per passeggiare (su You Tube, canale Informatore vigevanese è ancora visibile quella scena, basta digitare “Sala schizza il progetto”. È una suggestione, quella della scopertura dei Navigli, che il nostro giornale coglie al volo.
Per approfondire leggi anche:La tavola rotonda sulla scopertura del Naviglio Sforzesco svoltasi nella redazione de l'Informatore nell'aprile 2019
Pochi giorni dopo nella nostra redazione si svolge una tavola rotonda-. Partecipano il sindaco Sala e il vice sindaco Ceffa, il preisdente il direttore di Ascom, Renato Scarano e Massimo Negri, l’architetto Sandro Rossi, un professionista che di navigli se ne intende, avendo partecipato al progetto di recupero della Darsena di Milano. Rossi è anche direttamente interessato in quanto progettista del polo commerciale Colombarola-El Alamein, che tra le opere di compensazione deve effettuare proprio la riqualificazione di via Rocca Vecchia. Sala e Ceffa, in quella circostanza, lo dicono apertamente: la nostra idea è quella di trovare il modo per scoprire il Naviglio in zona Mercato Coperto. I commercianti si dicono favorevoli, a patto che le attività non vengano danneggiate. L’architetto Rossi traccia l’affascinante ritratto di una Vigevano possibile. Sotto le nostre strade, spiega, «è possibile trovare una città dimenticata ma ancora presente. Un ragionamento complessivo può far riemergere e conformare un luogo urbano sotterraneo e sepolto da aggiunte successive, dai percorsi sulle sponde ai ponti e ai vecchi approdi». Tutti annuiscono convinti e per l’occasione viene coniato un nuovo ossimoro: “Rivoluzione concordata”. Cinque anni dopo non c’è traccia della rivoluzione urbana, solo la prospettiva della ghigliottina per i tigli di via Rocca Vecchia.
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