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MORTARA: IMPIANTO AGRIVOLTAICO IN PROGETTO

Da 103 mila pannelli l'elettricità pulita per 40 mila famiglie

Sotto i moduli si continuerà a coltivare: soia e foraggio anziché riso e mais

Claudio Bressani

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claudio.bressani@ievve.com

17 Ottobre 2024 - 16:30

Da 103 mila pannelli l'elettricità pulita per 40 mila famiglie

I lotti di terreno sui quali è progettato l'impianto agrivoltaico

Addio risaie: al loro posto una distesa di oltre 100 mila pannelli fotovoltaici, opportunamente mascherata da filari perimetrali di salici rossi e cornioli. Sotto i moduli però si continuerà a coltivare, non più riso e mais ma soia e foraggio, a rotazione. È quanto prevede il progetto «Green and blue Mortara» pre l'installazione di un mega-parco agrivoltaico, presentato dalla società Icube Mortara srl di Milano, da realizzare su 148,2 ettari di campi a sud e sud-est della città, tra la statale 596 in direzione di Remondò e la 211 verso Cergnago.

È stato pubblicato l’11 ottobre in attesa della procedura di Valutazione d’impatto ambientale. Sarà una Via nazionale e non provinciale, di competenza del ministero dell’Ambiente, come previsto per gli impianti che superano la potenza di 10 megawatt: questo arriverà a 72,206 megawatt di picco. Il progetto (114 documenti, migliaia di pagine) è pubblicato sul sito del ministero: chiunque ha tempo fino al 10 novembre per presentare osservazioni.

L’impianto agrivoltaico consterà di 103.152 moduli di silicio monocristallino montati su strutture a inseguimento solare monoassiali. Si stima che potrà produrre 107,533 gigawattora di elettricità all’anno, pari al fabbisogno di quasi 40 mila famiglie medie. Sempre su base annua eviterà di bruciare 20.109 tonnellate equivalenti di petrolio e di immettere in atmosfera 50.971 tonnellate di anidride carbonica.

Il gruppo di cui fa parte la società promotrice ha presentato di recente, con la denominazione Icube Novara, un progetto assai simile da 75 megawatt da realizzare tra Novara, Trecate e Romentino. Nel caso di Mortara l’area interessata è di 148,22 ettari, di cui 96,92, pari a 134 campi di calcio, destinata ad essere occupata dall’impianto.

La coesistenza tra fotovoltaico e produzione agricola si ottiene montando i pannelli su file ben distanziate (11 metri in questo caso, sufficienti per passare con un trattore) e rialzate da terra: il fulcro sul quale ruoteranno le stringhe di 28 moduli l’una sarà collocato a 2,53 metri dal suolo. Una volta terminato l’iter autorizzativo si prevedono due anni di lavori. La realizzazione impiegherà 130 addetti e la gestione ordinaria 65, di cui 23 per la conduzione delle attività agricole. L’energia prodotta verrà immessa in rete alla stazione elettrica di Pieve Albignola, da raggiungere tramite un elettrodotto interrato di 25 chilometri.

Il progetto ha dimensioni cinque volte superiori rispetto a quello, pure ragguardevole, presentato lo scorso febbraio da realizzare accanto al polo logistico ed già approvato dal Comune, che avrà una potenza di “soli” 14,27 megawatt di picco. In quel caso si tratta di fotovoltaico tradizionale con strutture a terra, in un’area non agricola ma a destinazione produttiva.

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