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Halloween, alla ricerca delle città fantasma italiane

Viaggio nei borghi abbandonati più popolari del Paese svelando storie affascinanti e leggende oscure che ancora avvolgono questi luoghi tetri e misteriosi

Mario Pacali

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mario.pacali@ievve.com

28 Ottobre 2024 - 10:54

Halloween, alla ricerca delle città fantasma italiane

Storie affascinanti e leggende oscure che ancora avvolgono luoghi tetri e misteriosi. In vista di Halloween la piattaforma Preply ha portato alla luce con una indagine esclusiva i borghi abbandonati più popolari d'Italia. Un tempo vivi e fiorenti, ora questi borghi sono silenziosi testimoni di eventi naturali e migrazioni che li hanno resi reliquie di un passato remoto. Visitare questi luoghi non è solo un'avventura suggestiva, ma anche un modo per connettersi con l'essenza più autentica e misteriosa della cultura italiana

Conosciamo questi dieci borghi fantasma

APICE VECCHIA (Campania)

Questa cittadina subì un violento terremoto nell’agosto del 1962 che costrinse la maggior parte della popolazione ad abbandonarla. Solo pochissime persone vi rimasero, ma un secondo terremoto nel 1980 li costrinse ad abbandonare definitivamente le proprie case e i propri beni. 

ISCHIAZZA (Trentino-Alto Adige)

Il nome di Ischiazza deriva da “ischia”, toponimo assai comune in Trentino, indicante un deposito di sabbia e detriti depositati da un torrente. Questa frazione del comune di Valfloriana venne abbandonato definitivamente proprio dopo una forte alluvione.

ROSCIGNO VECCHIA (Campania)

Roscigno Vecchia è un borgo abbandonato che nel corso degli anni non è mai stato contaminato dalla modernità. Soprannominata la “Pompei del Novecento”, in quanto, come i pompeiani, gli abitanti di questo luogo dovettero fuggire alla forza della natura. La loro fuga durò quasi un secolo, fino a inizio novecento quando la popolazione venne obbligata a lasciare il borgo a causa delle continue frane. Nel 2000 ancora si contavano 4 abitanti dei quali uno è apparso nel 2015 nel video clip del brano “E continuo” di Enzo Gragnaniello.

OSINI VECCHIO (Sardegna)

Osini Vecchio in Sardegna è un borgo nato nel Medievo, che venne abbandonato in seguito alla terribile alluvione nel 1951, considerata la più forte del ‘900 che portò a ricostruire il centro abitato a un chilometro più a nord. Oggi alcune case sono state ristrutturate e quelle nelle condizioni migliori vengo allestite come una volta durante la festa dedicata a Santa Susanna. 

PENTEDATTILO (Calabria)

Pentedattilo in Calabria, abbandonato definitivamente negli anni 60 del novecento, è conosciuto per una terribile vicenda verificatasi nel XVII, nota come la Strage degli Alberti, diventata famosa grazie al romanzo di Andrea Cantadori “La tragedia di Pentidattilo”. Si tratta di una cruenta faida tra le famiglie Abenavoli e Alberti che si era placata nel 1680 grazie alla promessa di matrimonio di Antonietta Alberti a Bernardino Abenavoli. Qualche anno dopo però la giovane venne promessa dal fratello Lorenzo a un altro uomo e per questo Bernardino si vendicò massacrando la famiglia Alberti. Secondo la leggenda le cinque dita della montagna su cui è arroccato il paese rappresenterebbero le anime della famiglia uccisa dall’Abenavoli. Inoltre si dice che in una precisa ora della giornata sarebbe visibile l’impronta della mano di Lorenzo Alberti, quando le cinque dita si tingono di rosso sangue colpite dal sole.

CONSONNO (Lombardia)

Definita la “città dei balocchi”, oggi questa città ha un aspetto surreale. Il borgo originario venne demolito negli anni 60 per costruirvi una città dei divertimenti. Le molteplici opere create intaccarono l’equilibrio idrogeologico del territorio e nel 1966 le continue piogge provocarono una serie di frane negli anni successivi che distrussero l’intero complesso. Nel tempo diverse strutture sono state imbrattate da graffiti e il luogo viene oggi utilizzato come “set” per videoclip musicali, pubblicità e film.

BUSSANA VECCHIA (Liguria)

Chiamata anche il “villaggio degli artisti”, Bussana vecchia, frazione del comune di Sanremo, venne evacuata dopo il violento terremoto del febbraio del 1887. Totalmente abbandonata per decenni, verso la fine degli anni 50 cominciò a essere riabitata da artisti italiani e stranieri che resero nuovamente abitabili gli edifici meno danneggiati, aprendo botteghe artigiane e alcuni punti di ristoro.

POGGIO SANTA CECILIA (Toscana)

Poggio Santa Cecilia, frazione in provincia di Siena, è famosa per aver ospitato, nell’agosto del 1867, il patriota Giuseppe Garibaldi, che vi soggiornò per sottoporsi ad alcune cure presso i bagni termali di Rapolano.

ERTO (Friuli-Venezia Giulia)

Erto, insieme alla frazione di Casso è famoso per un tragico episodio. Nell’ottobre del 1963 dal vicino monte Toc si staccò una parte della montagna finendo nel bacino idrico delimitato dalla diga del Vajont, distruggendo diversi borghi. Erto fu solo sfiorato dalla montagna grazie a un spero di roccia, detto Sperone del Fortezza, ma vi furono diversi danni che ne determinarono l’abbandono.

Craco (Basilicata)

Questo borgo venne definitivamente abbadonato dal 1980 in seguito a un susseguirsi di frane, alluvioni e un terremoto. Nel 2010, il borgo è entrato nella lista dei monumenti da salvaguardare redatta dalla World Monuments Fund. È diventato inoltre una meta turistica e un ambito set cinematografico come per il film di James Bond, “Quantum of Solace”, nel 2007. Tra le sue leggende più famose vi è quella secondo cui la Chiesa Madre di San Nicola, risalente al XIV secolo, contenga il corpo mummificato di un santo. Una seconda è relativa al Canzoniere, un’antica osteria gestita da una strega che, secondo la leggenda, seduceva i malcapitati che entravano nel suo locale, per poi ucciderli e metterli sotto aceto, e facendone così il piatto forte della sua osteria.

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