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La vicenda curiosa
04 Novembre 2024 - 18:00
Di chi è quella pietra d’inciampo? Il caso è curioso e finirà davanti al giudice di Savona, perché nessuno sembra voler mollare di un centimetro, ed è così da nove mesi.
Le pietre d’inciampo sono una creazione dell’artista tedesco Gunter Demnig. Una placca d’ottone porta inciso il nome di un deportato nei campi di concentramento nazisti. Vengono collocate in strada, nei pressi della casa della vittima o in un luogo significativo. Anche San Giorgio, mille abitanti, aveva fatto fare la propria in collaborazione come sempre con Aned, l’Associazione nazionale ex deportati nei campi nazisti, sezione pavese, e con la biblioteca locale. Porta il nome di Giovanni Minchiotti. Classe 1917, militare della Guardia di finanza, rifiutò di arruolarsi per Salò e per questo fu internato a Dachau. A differenza di tanti altri, sopravvisse poiché aiutato da un anziano ufficiale tedesco del campo, il cui figlio morto nella battaglia di Stalingrado era nato lo stesso giorno, mese e anno. Tornato in Italia, si spense serenamente in Liguria nel 1990. La pietra sarebbe stata posizionata in piazza Corti.
Giovanni Minchiotti
Lo scorso anno era finalmente arrivata in municipio, e il sindaco Giovanni Bellomo aveva invitato gli eredi di Minchiotti per un incontro preliminare, in modo da organizzare bene la cerimonia. «La figlia del deportato – spiega Marco Savini, Aned – aveva chiesto di portare la pietra in Liguria. Siccome era commossa, in via del tutto eccezionale la richiesta è stata accolta». Tutti però pensavano che la signora Minchiotti poi avrebbe restituito tutto, consentendo la posa dell’opera a San Giorgio come da programma. Invece no. Se l’è tenuta e ritiene che le spetti. Impossibile ogni tentativo di trattativa: ora ci sono di mezzo gli avvocati, e deciderà il giudice ordinario di Savona».
Giovanni Bellomo, sindaco di San Giorgio
«I tempi – prosegue Savini – si allungheranno per forza di cose. Stiamo ricostruendo la conversazione via mail tra noi e la famiglia, che pare irremovibile. Eppure Aned quella pietra l’ha pagata in anticipo, come è da prassi. Poi i discendenti o i Comuni o entrambi, rimborsano. In questo caso non abbiamo ricevuto niente: la famiglia sostiene di aver effettuato una donazione al Comune. Deciderà il giudice di Savona e noi ci rimetteremo alla sentenza». Anche il Comune, dal canto suo, si è affidato a un legale tramite delibera di giunta. La tesi, infatti, è che quella pietra d’inciampo appartenga a San Giorgio e lì debba essere posata, in una cerimonia che sembrava cosa fatta e invece non si sa nemmeno più se riuscirà a venire organizzata.
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