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Il lutto

La scomparsa del professor Renato Corsico, pneumologo, fu direttore del Centro di Montescano

Di famiglia mortarese, le ultime esequie domani mattina (martedì) a Pavia. La salma sarà tumulata nella cappella di famiglia a Mortara

Bruno Romani

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bruno.romani@ievve.com

04 Novembre 2024 - 18:52

La scomparsa del professor Renato Corsico, pneumologo, fu direttore del Centro di Montescano

Il professor Renato Corsico

Era una figura medica tra le più conosciute in provincia, ma la sua famiglia, di origine mortarese, ha fatto sì che fosse vicino a molti pazienti di Mortara, Vigevano e Lomellina che sono stati curati da lui nella sua carriera professionale di medico. È morto all'età di 88 anni il professor Renato Corsico. Abitava a Pavia e si laureò in medicina negli anni Sessanta. Era pneumologo e ha lavorato alla Clinica del Lavoro di Pavia, ha fondato il Centro di riabilitazione pneumologica di Veruno (Novara) e poi ha diretto il Centro di riabilitazione di Montescano entrambi della Maugeri. Nel primo è rimasto nove anni, nel secondo tredici. In seguito è rimasto primario della struttura di Riabilitazione pneumologica e ha fatto parte del Consiglio d'amministrazione della Fondazione Maugeri. Fin dall'inizio della professione medica è stato uno dei primi specialisti in Allergologia.

Il professor Corsico è fratello di Marco Corsico, della omonima farmacia di corso Garibaldi a Mortara, oggi gestita dal figlio Giulio. Lascia due figli, Angelo, medico pneumologo, primario al policlinico San Matteo di Pavia e Massimo, architetto. Un altro figlio, Andrea, era radiologo al San Matteo di Pavia, ma è deceduto per una malattia all'età di 54 anni. La moglie, Liliana, era invece scomparsa nel 2014.

I funerali del professor Renato Corsico si terranno domani, martedì a Pavia, alle 9 nella chiesa del Sacro Cuore (a Ticinello). Quindi la salma sarà condotta a Mortara nella cappella di famiglia nel locale camposanto. «Amava la sua professione - racconta il figlio Massimo - ed è vero che sono stati tanti i concittadini lomellini a conoscerlo e ad avere in lui un riferimento. Era affezionato alla sua terra, come tutti noi del resto, ci sentiamo mortaresi e lomellini».

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