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Linee ferroviarie lombarde, l’ultimo dettaglio per gli indennizzi segnala 24 tratte inaffidabili su quaranta

Per tutte queste sarà possibile la richiesta di indennizzo. Dopo la cancellazione del “bonus” è la prima volta che succede nel 2024. Le prime reazioni politiche e quella del presidente Mimoal Franco Aggio. La versione di Trenord

Bruno Romani

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bruno.romani@ievve.com

28 Novembre 2024 - 17:48

Disastro sulle linee ferroviarie lombarde. L’ultimo dettaglio per gli indennizzi segnala 24 tratte inaffidabili su quaranta

Un treno Caravaggio a Vigevano

I nuovi calcoli sugli indennizzi entrati in vigore nel 2024 avevano pressochè eliminato i “bonus” previsti per risarcire i pendolari sino alla fine del 2023. I disservizi, però, sono progressivamente peggiorati sino al dettaglio del mese di settembre 2024, dove figurano indennizzabili ben 24 linee ferroviarie su 40. I passeggeri di queste tratte con abbonamento mensile o annuale potranno chiedere un rimborso in percentuale. Tra le linee indennizzabili ci sono anche la Mortara-Milano, la Mortara-Novara, la Pavia-Mortara-Vercelli che raggiunge addirittura il valore del 30,55%. Gli indennizzi sono concessi se la somma delle componenti “treni con un ritardo superiore ai 15 minuti e treni soppressi” supera il 10%. È molto critico il presidente dell'associazione pendolari Mimoal Franco Aggio: «Nonostante le soglie dei ritardi siano state alzate è evidente che il servizio non funziona - dice - Pensare di tagliare le corse o eliminare fermate non risolve il problema anzi si rischia di scaricare sui viaggiatori le inefficienze del sistema ferroviario. Servono una migliore organizzazione della manutenzione sia lato infrastruttura che lato convogli e una diversa organizzazione e gestione industriale complessiva del sistema; ribadendo che i tagli al servizio sono inaccettabili e controproducenti».

La stessa azienda ferroviaria Trenord spiega che «La mancata affidabilità delle direttrici che ottengono l'indennizzo è definita conteggiando le irregolarità del servizio sotto la responsabilità dell'impresa ferroviaria, come guasti ai convogli o assenza improvvisa del personale, inefficienze provocate da malfunzionamenti dell'infrastruttura, come problemi a impianti e passaggi a livello. Oppure irregolarità dovute a cause esterne, come maltempo, comportamenti scorretti, interventi delle autorità, gli impatti degli scioperi sul servizio.

In particolare, gli indennizzi riconosciuti a novembre si riferiscono al servizio erogato a settembre, mese in cui le performance sono state fortemente condizionate da tre fattori: l'impatto dei lavori sulle infrastrutture, che si sono tradotti in rallentamenti e irregolarità; diversi episodi di maltempo nella prima metà del mese; le conseguenze dello scontro fra due treni merci verificatosi il giorno 13 nel nodo di Milano».

Nella stessa giornata di oggi, giovedì, è intervenuto su questo tema anche il PD regionale.«Per il mese di  settembre i viaggiatori di 24 direttrici ferroviarie di Trenord su 40 beneficeranno dell’indennizzo per soppressioni e ritardi, un dato peggiore di quello dello stesso mese del 2023, quando le linee interessate erano 18, che sta a dimostrare che in Lombardia per il servizio ferroviario va sempre peggio. La maglia nera va alla provincia di Varese, con sei linee con indennizzo: la Domodossola-Gallarate-Milano, la Porto Ceresio-Varese-Gallarate-Milano, la Luino-Gallarate, la Malpensa-Milano, la Como-Saronno-Milano  e la Novara-Saronno-Milano. Ma non va meglio nel pavese, dove le linee che non hanno rispettato gli standard minimi di puntualità sono cinque: l’Alessandria-Pavia-Milano, la Stradella-Pavia-Milano, l’Alessandria-Mortara-Milano, la Mortara-Novara e la Pavia-Mortara-Vercelli. “Dati - attacca il consigliere regionale del Pd Simone Negri- che non fanno che confermare  l’andamento negativo del servizio ferroviario in Lombardia. Nonostante i molti treni nuovi, per paradosso, la puntualità negli anni è diminuita dall’84,2% del 2017 all’82% del 2023. Significa che diciotto treni su cento, e sono soprattutto quelli nelle ore di punta, arrivano tardi. Il 2024 non è certo andato meglio e i dati di settembre lo dimostrano. Non è bastato neppure cambiare il sistema di monitoraggio per nascondere le criticità dei servizi. Anche se la puntualità non viene più misurata entro i cinque minuti di ritardo, ma entro un quarto d’ora, le linee soggette a indennizzo non fanno che aumentare. Che sarebbe successo se ci fossero ancora i bonus che consideravano i ritardi entro i 5 minuti? Viene il dubbio che il bonus, e l'automatismo del rimborso, sia stato eliminato perchè in questi mesi avrebbe svuotato il bilancio della regione"».

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