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Vigevano
18 Dicembre 2024 - 17:46
VIGEVANO - Chiusa nel bunker, la maggioranza resiste e non molla la presa. Come prevedibile, martedì sera in consiglio comunale, la votazione sulla mozione di sfiducia al sindaco (sospeso e agli arresti domiciliari) è finita in pareggio, 12 a 12: a ristabilire la parità numerica con la minoranza è stato l’ingresso nei banchi del centrodestra di Paolo Ariano, in sostituzione temporanea della consigliera Roberta Giacometti, anch’ella sospesa e agli arresti domiciliari.
La musica sarà diversa lunedì (23 dicembre) quando alle 18.30 inizierà la discussione sul bilancio 2025. In quel caso una votazione con lo stesso esito significherebbe mancata approvazione del documento fondamentale del Comune: senza bilancio il consiglio - nel giro di un mese - viene sciolto e commissariato, in attesa di nuove elezioni. Quella sarà la partita vera, dopo le scaramucce di martedì sera.
In primo piano: il consigliere Giuseppe Squillaci (Forza Italia)
C’era un minimo di suspense legata ai tre consiglieri di Forza Italia (Giulio Onori, Rimma Garifullina e Giuseppe Squillaci) che siedono all’opposizione: avrebbero mantenuto la loro linea, favorevole alla sfiducia, nonostante le pressioni subite dai vertici provinciali, regionali e nazionali del partito? Lo hanno fatto e - prevedibilmente - lo faranno anche sul bilancio. È stato proprio lo stesso Squillaci, anzi, a leggere come primo firmatario la mozione di sfiducia e a spiegare - nell’intervento conclusivo del dibattito - che Forza Italia è sempre garantista e che le motivazioni della sfiducia sono politiche. Squillaci è stato anche l’unico in aula a spendere parole generose verso il sindaco Ceffa, «persona per la quale provo affetto e stima, proveniente da una famiglia perbene. Io credo alla sua innocenza, ma questa non è un’aula di tribunale. La nostra posizione ha origine da un’analisi sulla situazione della città».
E ha snocciolato una serie di questioni irrisolte o gestite malamente, a suo parere, dall’amministrazione in carica. E a proposito di snocciolare, dall’altra parte della barricata è arrivato solo l’intervento del capogruppo leghista Marco Cividati, che ha contestato la mozione di sfiducia, nella quale si parla di impasse amministrativa. «Non è vero - ha detto Cividati - Gli assessori svolgono regolarmente la loro attività , il vice sindaco Segù gestisce efficacemente le sue mansioni di sindaco, la giunta si riunisce ogni settimana«. E qui Cividati ha elencato il numero di delibere adottate per ogni seduta (35 in 7 riunioni, per la cronaca), accennando al sindaco Ceffa solo per rinfacciare alla minoranza (e in particolare ai tre di Forza Italia) mancanza di garantismo sulla vicenda giudiziaria.
Al centro, il capogruppo leghista Marco Cividati
Il gruppo Pd ha commentato ieri pomeriggio l’esito del voto di martedì sera: «I consiglieri di maggioranza hanno fatto una scelta di comodo. Sanno perfettamente che con il loro voto contrario hanno solo prolungato di una settimana l’agonia e lo stallo in cui si trova questa amministrazione, ma hanno deciso di fare in modo che questa scelta non fosse determinata dal loro voto. Lo dimostra il fatto che avrebbero potuto intervenire tutti in modo compatto per difendere l’operato politico e amministrativo del sindaco e della giunta», Per il Pd nemmeno i consiglieri sono soddisfatti dell’operato dell’amministrazione: «Se lo fossero si sarebbero spesi per comunicare a tutti quanto sia valida e meritevole questa giunta. Invece hanno scelto di barricarsi dietro un voto di comodo, che certamente li colloca dalla parte di Ceffa ma nel solito modo piatto e scialbo che è la vera cifra di questa amministrazione: sufficienti pulsantiere consumate a comando, poca convinzione e ancor meno coraggio».
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