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Al Regina Margherita

L'aula scolastica si trasforma in falegnameria: 44 bambini imparano l'arte del bricolage

Vigevano: il progetto porterà a una mostra ed è stato finanziato da un filantropo

Davide Maniaci

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dade.x@hotmail.it

18 Gennaio 2025 - 17:00

L'aula scolastica si trasforma in falegnameria: 44 bambini imparano l'arte del bricolage

Piccoli falegnami crescono, e si divertono. È piaciuto davvero a tutti il laboratorio proposto alle due classi seconde della primaria Regina Margherita. Da mercoledì a venerdì scorsi 44 bambini di 7 anni si sono cimentati con strumenti (smussati) per veri e propri piccoli lavori di bricolage. Non finisce qui: nell’aula di musica, inutilizzata, l’allestimento verrà conservato per qualche altra settimana. Piccoli gruppi di altre classi potranno provare, con gli studenti di seconda che faranno loro da tutor. Il laboratorio è stato condotto da Gino Chabod ed Elisabetta Dotta. Chabod, falegname valdostano, da trent’anni porta in giro questo progetto didattico. Dotta lo assiste. Le referenti a scuola sono le maestre Aurora Molina e Carolina Dalsoglio.

«Ogni classe – illustra Molina – ha usufruito di 7 ore e mezza. Già a maggio, quando gli stessi bimbi erano in prima, in una singola giornata avevamo realizzato un “evento pilota”. Oltre a divertirsi, è stata sviluppata la loro creatività». Col tema generale del “movimento”, idee chiare nel costruire giocattoli in legno, macchinine, un piccolo aereo, perfino un cuoricino, e soprattutto tanto divertimento. L’obiettivo è proseguire anche nei prossimi anni. Le maestre stanno pensando di organizzare una piccola esposizione, come hanno fatto lo scorso anno, nel corridoio dell’istituto per mostrarli alle altre classi della scuola e ai genitori. C’è un’altra curiosità: tutto è stato a costo zero per l’istituto comprensivo di piazza Vittorio Veneto. Le spese sono state sostenute da un filantropo: l’ingegnere energetico Francesco Zanardi, vigevanese, ha deciso di pagare tutto di tasca propria. Non ha nemmeno frequentato il Regina, da bambino. «Una scelta di cuore – spiega – dovuta a vari fattori. L’entusiasmo delle due maestre, mie amiche. La disponibilità di Chabot e Dotta e della direttrice didattica». Più la sua passione per il fai-da-te ereditata dal nonno e quella per l’aiuto verso gli altri. Ha anche dato una mano durante le fasi pratiche.

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